mercoledì 27 novembre 2013

Commissione europea: "Comunicare sul TTIP"

Fuoriuscita strategia di pubbliche relazioni della Commissione europea: "Comunicare sul TTIP"



Il seguente articolo è una traduzione di questo in inglese, qui una versione francese.


Corporate Europe Observatory ha pubblicato oggi una versione trapelata della strategia di comunicazione della Commissione europea per superare lo scetticismo del pubblico in merito ai negoziati commerciali UE-USA controverse, il cosiddetto Transatlantic Trade and Investisment Partnership (TTIP). Il documento è stato discusso in una riunione con gli Stati membri dell'UE Venerdì 22 novembre. Al fine di "ridurre i timori e di evitare un proliferare di dubbi", la Commissione propone di "localizzare ulteriormente il nostro sforzo di comunicazione a livello di Stato membro in un modo radicalmente diverso di quanto è stato fatto per le iniziative commerciali del passato".


7 novembre 2013

Documento di riflessione “comunicare sullo TTIP – gli settori di cooperazione tra i servizi della commissione e gli stati membri”

Il 22 novembre a Bruxelles la commissione organizza una riunione informale con gli rappresentanti dei Stati-membri per discutere delle questione legate alla comunicazione sullo TTIP. La riunione ha per obbiettivo di esplorare le possibilità di rinforzare la cooperazione e la coordinazione delle attività di comunicazione rispettive intorno al TTIP. Il presente documento fornisce ulteriore approfondimenti per questa discussione. Si evidenzia una seria di questioni chiave da discutere nel corso della riunione.


I. contesto

Una comunicazione politica forte sarà essenziale per la riuscita del TTIP, sia in termine di raggiugimenti degli obbiettivi dei negoziazione dell'UE che di fare in modo che l'accordo sia finalmente ratificato. Finora i negoziati hanno avuto uno livello di pubblico e un interesso dei media senza precedente. Nessun altri negoziati sono stati sottomessi ad un analogo livello di controllo del pubblico. Comunicare sullo TTIP e conivolgere le parti interessate è quindi cruciale per fare avanzare i negoziati.

Esistono tre principali sfide di comunicazione:

1 Fare in modo che il gran pubblico in ognuno dei Stati-membri dell'UE ha una conoscenza generale di ciò che è il TTIP (cioè un iniziativa che mira a creare crescita e posti di lavori) e di ciò che non è (cioè uno sforzo per minare la regolamentazione e i livelli esistenti di protezione nei settori come la saluta, la sicurezza, e l'ambiente).

2 Gestire i rapporti con i paesi terzi in quanto l'accordo “interesserà anche i nostri altri partner commerciali, particolarmente al livello multilaterale, nostra vicinanza e i principali partner come la Cina.

3 Sostenere i nostri obbiettivi di negoziati nei confronti dei negoziatori americani, particolarmente nelle zone non rilevando della responsabilità diretta dell'USTR. Può essere il caso con organismi federali di regolamentazione e le autorità al livello dello Stato dove ci sarà una necessità per l'UE di aiutare a convincere questi decisionali ad impegnarsi ugualmente.

Per avere successi in questi settori, i servizi della commissione e gli Stati-membri dovranno lavorare in stretta collaborazione e gestire collettivamente in coordinazione nostre strategie di comunicazione e di sensibilizzazione.

La commissione da sua parte, ha messo in posto una operazione di comunicazione dedicata al TTIP, una approcia che ha già datto risultati. Tuttavia, i negoziati sono solo all'inizio e sfide importanti ci attendono. Il sforzo di comunicazione è guidato da uno capodella comunicazione alla DG commercio con l'appoggio di altri servizi della commissione, cioè la DG comunicazione e servizio di portavoce. E' coordinato a traverso la commissione, con rappresentanti della commissione negli Stati-membri e dallo SEAE, con delegai dell'UE.

II. L'approccio attuale

L'approccio globale è olistico, unificando relazioni con i media, sensibilizzazione e gestione delle parti interessate, i media sociali e la trasparenza. L'approccio dovrà localizzare molto di più gli sforzi di comunicazione al livello degli Stati-membri in un modo radicalmente differente di ciò che è stato fatto per le iniziative commerciale precedente, in più di distribuire degli sforzi a Bruxelles, negli Stati Uniti e ovunque nel mondo, fornendo una informazione chiara, fattuale e argomenti convincenti su tutti gli aspetti dei negoziati.

L'obbiettivo è di definire, a questo stadio precoce delle negoziati, i termini del dibattito comunicando positivamente su quello che è il TTIP (cioè guadagni economici e leadership mondiale sulle questione del commercio), piuttosto che di reagire su quello che non è (cioè per esempio, non è negoziaziati sulla confidenzialità dei dati, non è l'abbasso degli standard normativi dell'UE, etc..). Per avere une azione riuscita, deve essere entrambi pro-attiva e reattiva, coninvolgendo il monitoraggio del dibattito pubblico, la produzione di materiale di comunicazione mirata e la distribuzione di questo materiale a traverso tutti i canali, compresi i media in rete e i media sociali.

Fin'ora, questo ha permesso di :

1. produrre e diffondere materiali di comunicazione sulla narrazione dei negoziati nello loro complesso, e anche di materiale più focalizzato su questioni specifiche: ad esempio l'impatto strategico sui paesi terzi, l'elemento di cooperazione / convergenze regolamentare, una difesa dettagliata dell'analisi economica del TTIP e un documento di confutazione dettagliata spiegando che l'accordo non è ACTA.
2. indicare chiaramente che la trasparenza sarà un elemento chiave dell'approccio dell'UE per i negoziati pubblicando documenti di posizione iniziali dell'UE su aspetti chiavi dei negoziati, la tenuta di riunione di mobilizzazione di intervenienti al inizio, impegnandosi a piu stretta consultazione del solito con il parlamento europeo, comunicando direttamente con i membri del pubblico tramite uno conto twitter dedicato TTIP con un effetto molteplicatore di messaggio considerevole.
3. tenere la mano sulla narazione dei media mainstream sui negoziati, dove c'è un forte sostegno alla logica ed alla sostanza dell'accordo.
4. colpire i media nazionali, almeno in alcuni Stati-membri
5. dare la mano a terzi influenti per ottenere loro sostegno pubblico per i negoziati.

Con la sostanza dei negoziati del TTIP a venire, e un dibattito intenso sulla ratificazione che seguirà, c'è ancora molto più lavoro da fare, ma i sistemi e l'approccio che abbiamo adesso messo in atto forniscono una base solida per l'azione a venire. Questo necessita il sostegno e la coordinazione con gli Stati -membri.

III. Le domande chiave a sorvegliare

1. l'ansia intorno all'impatto potenziale sullo modello sociale europeo e l'approccio alla regolamentazione:
Abbiamo bisogno di comunicazione pro-attiva, veloce, e diffusa sulla realtà di ciò che è in corso di discussione nei settori sensibili e della solida esperienza dell'UE nei negoziati internazionali. Sempre rispettando la confidenzialità necessaria per avere sucesso nei negoziati, il processo deve anche essere abbastanza trasparente per ridurre li timori ed evitare una proliferazione dei dubbi prima che l'affare sia conclusa. Questa trasparenza deve essere accompagnata da una comunicazione chiara sui vantaggi del TTIP.

2. Le sfide derivante delle caratteristiche istituzionale dell'UE:
L'enorme interesso per il processo significa che ci saranno numerosi momenti di tensione pubblica intorno ai negoziati. In quei momenti, e durante tutto il processo, è essenziale che l'ue parli al più possibile di una sola voce. La campagna elettorale per il parlamento europeo sarà un fattore importante in questo contesto. Sembra chiaro che visto la preponderanza dei gruppi politici di negoziati in parecchie Stati-membri, questi si posizioneranno intorno a differenti aspetti dei negoziati.

3. La dimensione strategica del TTIP (l'impatto sui paesi terzi e multilaterali):
Abbiamo bisogno di fornire una definizione ragionevole e chiara del potenziale strategico reale del TTIP. E' evidentemente più di un semplice accordo di libero scambio, sarebbe solo dalla sua scala. E' più grande, più largo, e potenzialmente più profondo. In conseguenze, permetterà all'UE e agli Stati Uniti di avere il leadership sul commercio mondiale, di creare standard mondiali (per esempio nei settori normativi) che possono contribuire a creare la base per futuri negoziati commerciali mondiali in nuovi settori. Le regole transatlantiche singole, possibilmente, offrono anche vantaggi a paesi terzi, i cui esportatori troveranno la conformità alla regolamentazione meno onerosa.

4. Precisando che si tratta di negoziati tra uguali:
Molte paure su cosa può rappresentare il TTIP sono legate alla percezione che l'UE non è in una situazione abbastanza forte per impegnarsi con gli Stati Uniti. Certe di queste paure nascono anche del fatto che l'ue è attualmente in una situazione economica più debole che gli Stati Uniti e dunque che abbiamo più bisogno del TTIP di loro. Dobbiamo precisare che non è il caso, che nonostante la crisi, l'UE rimane il piu grande mercato del mondo e anche un partner indispensabile per qualsiasi attività commerciale (cioè entrambe le parti hanno interessi economici in questi negoziati). Dobbiamo anche precisare che disponiamo di una forte esperienza nel commercio e i negoziati, notevolmente con gli Stati Uniti, come gli Stati Uniti stessi.

5. La trasparenza e la comunicazione delle parti interessate:
Visto l'ampiezza dei temi in discussione, che ricoprano elementi molto più larghi di politica di decisione che gli accordi commerciali tradizionali, le aspettative di trasparenza delle parti interessati sono superiori che nei negoziati commerciali precedenti. La complessità del accordo potenziale significa anche che i negoziatori hanno un maggior bisogno del apporto delle parti interessati nel corso del processo di negoziati per assicurarsi che le soluzioni proposte a problemi difficili sono efficace. Nello stesso tempo i negoziati richiedono uno grado di confidenzialità, se intendono riuscire.

IV. Domande possibile

Quali sono le sfide chiavi della comunicazione per il TTIP nei Stati-membri rispettivi ?
Quali sono le attività attualmente intraprese al livello dei Stati-membri per comunicare sul TTIP ?
Chi sono i principali attori ad incontrare ? Abbiamo gli strumenti adeguati ?
In quali settori, i servizi della commissione e gli Stati-membri potrebbero collaborare piu strettamente ?

Traduzione Gigi Houille




Visto queste due frasi :
1 :In conseguenze, permetterà all'UE e agli Stati Uniti di avere il leadership sul commercio mondiale, di creare standard mondiali (per esempio nei settori normativi) che possono contribuire a creare la base per futuri negoziati commerciali mondiali in nuovi settori.
2: Il TTIP... non è l'abbasso degli standard normativi dell'UE

Allora una domanda : gli Stati Uniti sono pronti a firmare nero su bianco di alienarsi sulle normative UE senza discussione (ad esempio sul alimentazione)? Perché non si tocca alle normative UE, ma l'obbiettivo oltre l'accordo è di avere una base di normative internazionale per un accordo mondiale (sic).
Possiamo pensare che farà sicuramente parte del dominio della riservatezza come tutte le domande disturbante, il popolo deve solo sapere che è buono per lui, come fu buono l'introduzione dell'euro.


Per avere un idea delle origini e dei motivi di un tale trattato, incoragio a visitare queste pagine:
questa
e quest'altra

Gigi Houille


Peggio del rumore degli stivali...
    ...il silenzio delle pantofole !
                                                       
Max Frisch 



lunedì 25 novembre 2013

Sapir, Le Pen, Front de Gauche, etc...

Oggi un articolo un po fuori dal resto, la traduzione di uno piccolo articolo di Jacques Sapir che tratta  del trattamento che riceve politicamente o dalla stampa mentre lui si interessa al dibattito economico e vuole rispondere nel merito delle cose e non nella battaglia dei politicanti.




A TUTTI E TUTTE......


Ci sono voci come ratti : entrambi si moltiplicano ad una velocità sconcertante. Ma voci e ratti possono dare la peste, e per la voce è la peste antidemocratica.

Per oltre due anni, è di moda di associarmi con la signora Le Pen e il Front National. Il 13 Gennaio 2012 Jacques Attali, nella trasmissione "I dibattiti presidenziali" sul canale Public Senat esclamò: "Jacques Sapir succede ad essere il consigliere economico di Madame Le Pen.". Avvisato da amici, tra cui "L'oeil de brutus", ho deciso di non reagire tanto l'accuso era ridicolo e disgustoso il personaggio di cui emanava. Ci fu un recidivo da Le Figaro Magazine il 8 novembre, pretendendo che io sarei "l'ispiratore" di Madame Le Pen.

Mi ero, ancora una volta, deciso di non rispondere pensando che è meglio lasciare coyote urlare nel loro angolo. L'attacco del quale sono stato l'oggetto su un social network (Twitter per non citarlo) da Alexis Corbières, uno dei leader del Front de Gauche, mi costringe a rispondere. Non tanto perché un militante che si dice "di sinistra" va cercare l'oggetto della sua presunta polemica nella spazzatura della stampa reazionaria. Chi vuole sporcarsi è libero di farlo. Ma il metodo inquisitorio utilizzato va oltre i limiti. Quindi mi incita a chiarire tre punti.
  1. Una persona qualunque, può essere ragioniere solo di quello che fa o quello che dice. Questo è uno dei principi della Dichiarazione dei Diritti Umani. Essendo nel regno delle idee, ho a rendere conto solo su quello che produco, sia scritta che orale. Che non si è d'accordo con me è normale, e si conoscono le mie divergenze su alcuni punti, in particolare l'Euro, con il Front de Gauche. Siamo qui nel regno del dibattito. Ma ogni tentativo di screditarmi con la scusa che avrei incontrato tale o tale è un processo nauseante.
  2. Io sostengo qui che la separazione tra vita privata e pubblica è uno dei pilastri della vita democratica e della libertà. Incontro dunque chi voglio in privato. La cosa sarebbe diversa se prendevo la decisione di partecipare a una manifestazione pubblica, come ho fatto io - e lo ricordo a quelli che hanno la memoria corte come i denti lunghi - nel 2009 per il Front de Gauche in occasione delle elezioni europee, nel 2011 per Debout la République alla sua università estiva, e molte volte per Sig Chevènement in simposi della Fondazione Res Publica. E' inoltre piccante che si cerca di associare me stessa con un partito quando fa comodo (come il Front de Gauche nel dibattito che ho avuto con Jean-Luc Mélenchon nel giugno 2013 nel la trasmissione “Arrêt sur Image”) per buttarmi via appena non è più conveniente, soprattutto alla vigilia delle elezioni dove per alcuni, un alleanza con il PS sarà di vitale importanza ... la separazione tra vita privata e pubblica, che è sempre meno rispettata, è vero, è uno dei fondamenti della democrazia. Coloro che affermano di essere democratici dovrebbero non dimenticarlo e in alcun modo contribuire alla cancellazione di questa separazione.
  3. Io non mi posso togliere l'idea della mente che ci sia un legame di causa a effetto tra le mie recenti dichiarazioni su François Hollande, ma anche su una possibile (e logica dal mio punto di vista) nomina di Jean-Pierre Chevènement come Primo Ministro e il rinnovamento degli attacchi che si verificano. Siamo qui nella politica politicante in quello di peggiore che ha. Che giornalisti del Figaro Magazine hanno usato questo metodo non mi sorprende affatto. Ma il signor Corbières, ex Front de Gauche, dovrebbe andare nascondere la sua vergogna molto lontano di qui per farci dimenticare che egli aveva usato le stesse pratiche.

Per il resto, chi vuole mi legge. Se le mie teorie sono discusse è, spero, perché sono importante. Io rispondo sempre nel merito, perché il dibattito e le polemiche possono sorgere azione. Ma, sul resto, che non si aspetta di me niente di diverso che uno disprezzo d'acciaio.

http://loeildebrutus.over-blog.com/article-le-terrorisme-intellectuel-de-jacques-attali-98054971.html Segnalammo anche il blog di Yohann Duval che aveva reagito vivamente : http://duvalyohann.over-blog.fr/article-jacques-attali-ou-la-difficulte-d-accepter-la-realite-97478321.html
http://www.lefigaro.fr/politique/2013/11/08/01002-20131108ARTFIG00341-les-reseaux-secrets-du-front-national.php




Traduzione Gigi Houille

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Max Frisch 

venerdì 22 novembre 2013

L'unione europea e le regioni III i berretti rossi


L'unione europea e le regioni III
Tentativi dei separatisti di prendere per loro il movimento bretone

I Dalla corda economica
II La corda etnolinguistica
III I berretti rossi
IV Il referendum d'Alsazia

Non parleremmo in questo articolo del fatto che il prelievo dell"ecotassa è stato affidate ad Ecomouv che via autostrade per l'Italia darà il 20 % della tassa prelevata a un consortium composto tra altri da Goldmann Sachs e Benetton cioè aspettati sono 180 milioni l'anno sui 1.2 miliardi totali. No, qui parleremmo delle proteste bretoni e delle mosse regionaliste.

I berretti rossi come tutto ha iniziato ?

Due cose prima dei berretti rossi che sono correlate e che si sono mischiati: 
1/ Molti piani di licenziamenti nell'industria agro-alimentare messa in concorrenza con l'estero e la situazione sempre più precaria degli agricoltori.
2/ L'ecotassa : faceva già parecchie mesi che si lottava contro l'ecotassa rompendo i portici previsti per prelevare questa tassa dall'estate. Ma il 12 ottobre c'era un appello della federazione dipartimentale dei sindacati agricole francese, la FDSEA a rallentare sulla autostrade per manifestare contro l'ecotassa che finirebbe di uccidere la loro occupazione. Gli rappresentanti della FDSEA fecero la storia dell'ecotassa, secondo loro natta sotto il presidente Sarkosy. Certamente, l'agro-alimentare in Bretagna non si porta bene e l'ecotassa finirebbe di ucciderli. Ma questi rappresentanti dimenticano sempre due cose, la prima è che l'ecotassa viene di una direttiva europea chiamata eurobolo, e la seconda è che senza i trattati europei si potrebbe difendere la filiera agro-alimentare molto più facilmente, ma al contrario, secondo questi “leader” del movimento berretti rossi, il problema è che gli aiuti europei al export sono stati fermati da questa primavera.

Il circuito economico della gallina

Allora economicamente cosa succede ? La gallina francese è principalmente in concorrenza con quella tedesca di una parte e quella brasiliana di un altra. Sappiamo adesso tutti come e perché. Non è bisogno ricordare gli articoli 63 e 32 del trattato di Lisbona riprese di quello di Maastricht che vietano restrizione ai movimenti di capitali, di merce e dazi aggiunti ai minijob tedeschi. Quindi in queste condizioni la gallina francese era in situazione di scomparire, per potere salvare migliaia di posti di lavoro, il settore ha trovato che era possibile di ricevere aiuti dei fondi europei all'esporto, e quindi la gallina francese ha trovato un posto nel mercato del medio oriente dove anche là, il primo concorrente è la gallina brasiliana. Ovviamente senza questi fondi, la gallina francese sarebbe troppo cara per avere uno mercato significativo nel medio oriente. E naturalmente questo fa torto anche alla gallina prodotto nel medio oriente, dove i produttori devono trovare soluzione per produrre meno care davanti a questa concorrenza sbagliata.
Facciamo tutto il circuito; i vertici nazionali firmano trattati europei senza il consenso dei popoli, arrivano galline da Brasile che servono a pauperizzare i produttori di galline in Europa, la Germania con riforme e minijob pauperizza più degli altri i lavoratori che producono galline e riesce a fare una agricoltura a basso costo. La gallina francese con aiuti europei si vende in medio oriente, che a suo turno pauperizza i produttori di galline medio orientali. Quindi con un trattato europei che i popoli non hanno voluto, si ritrovano ogni giorni sempre più poveri e fanno anche impoverire il resto del mondo.
Allora arriviamo al più bello, tra i vertici delle organizzazione agricole come la FNSEA o i sindacalisti, o anche i politici locali o regionali, nessuno di loro dice che i trattati pauperizzano i popoli in Europa e anche al estero, no, secondo tutta questa gente, il problema è la fine degli aiuti europei al esporto e il troppo tassi ! In altre parole continuammo ad impoverire il mondo intero noi compresi ! E, cosa incredibile, è esattamente il discorso dei leader dei berretti rossi !

Vediamo cosa dicono questi “leader”:

Thierry Merret: “occorre mettere giù questi portici dell'ecotassa” niente sull'UE.
Si vede anche nello video,  parlare al minuto 0.56, il presidente di Breizh Europa, cioè Bretagna-Europa, no Bretagna Francia o solo Bretagna ma Breizh Europa, uno think tank regionalista.
 

Il presidente di Tilly Sabco, Sauvaget, dicendo che il problema è che non si riceva più i fondi europei. Qui nel disordine della video ma cronologicamente, Sauvaget e i suoi operai scassano la porta della sottoprefettura e poi nella note quello si felicita che il ministro dell'agricoltura andrà a Bruxelles difendere il loro punto di visto per gli aiuti europei:

o qui dove Marc Le Fur richiede di fermare immediatamente l'ecotassa :

 Basta ecotassa lasciamo i Bretoni tranquillamente lavorare (niente parole sull'ue).

E qui Troadec che da un ultimatum al governo sulla sospensione dell'ecotassa. (al modo di un artur Mas bretone)




Allora chi sono realmente questi “leader” ?

Iniziamo velocemente con Breizh europa di cui abbiamo visto il presidente nella prima video. Ecco un estratto della Carta di Breizh europa :
Le mouvement Breizh Europa revendique de fait la mise en place d’une autonomie qui permette à la Bretagne de s’administrer librement dans le cadre d’une Europe fédérale.
Le mouvement Breizh Europa entend utiliser tous les leviers à sa disposition pour promouvoir ses idéaux et arriver à ses fins. Toutes ces actions se feront dans le respect du droit européen.”
cioè
"Il movimento Breizh Europa rivendica un autonomia che permette alla Bretagna di amministrarsi liberamente nel quadro di una Europa federale.
Il movimento Breizh Europa intende utilizzare tutte le leve disponibile per promuovere suoi ideali e arrivare a suoi obbiettive. Tutte queste azioni si faranno nel rispetto del diritto europeo"


Christian Troadec:
Consigliere generale della Bretagna di colore “varie sinistra”. Sosterà alle elezione regionale di 2010 una coalizione di Europa ecologia e di UDB.
Di Europa ecologia faremmo un articolo tra poco illustrando il loro europeismo e il loro regionalismo, sono nel gruppo del parlamento europeo, ALE-Verdi.
Di UDB, si tratta dell'Unione Democratica della Bretagna che appartene al gruppo EFA European Free Alliance, che è uno think tank con il scopo di arrivare ad una Europa regionalizzata con una Bretagna indipendente nell'Unione europea, militando anche tra altri per una Catalogna e un Paese Basco indipendenti.


Thierry Merret:
Produttore di carciofi e scalogni, bretone, presidente della FDSEA del Finistere (federazione dipartimentale dei sindacati agricole), si dichiara : “Bretone, Europeo, ma non giacobino”. Giacobini è il potere di Parigi. Quindi capire una richiesta di separatismo per la regione Bretagna nei confronti della stato giacobino ereditato dalla rivoluzione francese. Inoltre dice ad alta voce : "Nel 1992, abbiamo salvati Maastricht, con gli Alsaziani". E' lui a mettere il simbolo berretti rossi alla protesta dimenticando stranamente che era una rivolta nel 1675 del popolo contro il potere regionale e non contro il re di Francia.


Marc Le Fur:
il 44 dovrebbe essere in verde
diputato UMP (destra) del dipartimento dei Côtes d'armor et vice presidente dell'assemblea nazionale militando per fare ratificare da F Hollande la Carta delle lingue minoritarie. Suo blog
E' un gran difensore del trattato di Lisbona che ha votato all'assemblea nazionale il 7 febbraio 2008.
E' anche lui che fa votare un ammendamento nel 2011, adottato nel 2012, N°3947. Quello dice che su richiesta di 20% dei consiglieri generali sostenuti da 10% dell'elettorato, un dipartimento (provincia) potrà organizzare un referendum per cambiare di regione amministrativa. Che idea no ? Il compito è di fare integrare il dipartimento di Loire Atlantique alla Bretagna.(I verdi avendo già cambiato questa cosa sulla loro carta.)

Savauget:
Il padrone di Tilly Sabco, uno dei piccoli padroni secondo Troadec che sono nei berretti rossi, che fa 90 % del suo cifra al esporto, e riceveva 19 milioni l'anno in fondi europei al esporto fine all'anno scorso, motivo per quale vuole manifestare.

Ecco qui sono questi persone a chi i media danno una grande copertura mediatica. E come a caso, questi persone sono tutte d'accordo su un punto preciso, la lotta regionalista, che non ha proprio niente in rapporto alla lotta della gente che vuole solo lavoro. Ma con il tempo, in questi manifestazione, si è distribuito molti, molti bandiere bretone, che inoltre molti bretoni rifiutano, molto di loro in verità vogliono il Kroaz ha du e non il Gwenn ha du come bandiera (vedere perché a fine articolo).

Vediamo anche che Armor Lux impresa di Bretagna partecipa alla festa, vendeva i berretti rossi nelle manifestazione 5 € l'uno, un gesto anche per aiutare una ditta bretone, ma in realtà i berretti venduti venivano di Scozia per metà, e non è sorprendendo, ecco perché; Il padrone di Armor Lux è Jean Guy Le Floch, un ex quadro dirigente del gruppo Bolloré. Questo Bolloré iniziò la sua carriera nel 1970 alla banca dell'unione europea per andare nel 1975 nelle compagnia finanziaria Rottschild.
Uno come l'altro sono nel think tank "club des trente" che riunisce 60 grandi padroni bretoni. Questo club di richissimi padronni (una specie di Bilderberg bretone) non sarà mai li per denunciare i trattati europei perché loro moltiplicano la loro ricchezza avendo una parte di produzione sempre più grande al estero e cifre che non vanno cosi male nei loro gruppi. Quindi ci sono molte domande de farsi. Perché tanti persone dei vertici regionali nelle proteste !
 
Per finire Armor Lux ha pagato l'uso del nome “bonnet rouge” nei vestiti .
E uno gruppo identitarie per l'uso del nome bonnet rouge nelle telecomunicazioni già a fine ottobre:
Per il gruppo identitarie, vicino al Front National, si può vedere la promozione di uno libro intitolato “fondare uno stato europeo”. Che strano ?  E poi andando nel sito che hanno creato con il nome “bonnet rouge” cosa si trova ?
O più precisamente cosa non si trova... 
Nessuna menzione dei trattati europei neanche dell'unione europea, ma un link verso una pagina fb chiamata “contro lo stato PS e per le libertà regionale”.



In fine 

Che neanche uno di questi leader ha parlato della direttiva europea eurobolo che ha imposto l'ecotassa; 
Che neanche uno di questi leader ha parlato del trattato sul funzionamento dell'unione europea con i suoi articoli 32 e 63 che impostano il libero flusso di merce e capitali fa vedere che non hanno nessuna voglia di cambiare le cose già imposte ai popoli senza il loro consenso (p 62 e 73 del seguebte pdf);
ma che neanche uno dei leader parla del futuro mercato transatlantico che finirà di uccidere tutti questi poveri agricoltori e operai dell'agro-alimentare mostra bene che non sono li per il popolo che sia bretone o no !

Tuttavia troviamo qualche segni di speranza quando ascoltiamo la gente, quella vera, che anche se non sa come tutto il sistema funziona ha capito che il problema non si regola con il regionalismo :

C'è questo agricoltore che l'ha contro "L'Europa, sono solo stronzi ! politicanti che si ingrassano !"  Ecco nelle parecchie ore di video l'unica cosa che si è potuto vedere di realmente anti-europeista nelle manifestazioni!
 
Tilly-Sabco : un éleveur fustige les "connards... par ITELE
Allora che tutta l'agricoltura della Bretagna paga un prezzo caro dei trattati europei, allora che qualche agricoltori sanno chi le fa morire, i media hanno scelto di intervistare regolarmente le stesse persone auto-dichiarati vertice delle manifestazioni e che stranamente hanno tutte questo punto comune, una idea di separatismo che alla maggioranza del popolo bretone non interessa, il popolo bretone vuole solo lavorare !

I primi berretti rossi dimenticati, gli operai di GAD:

Sono questi stessi licenziati che il 12 novembre non vanno più a manifestare. Il movimento non rappresenta più niente di quello che doveva fare cioè lottare per potere lavorare. 
 
Qui sotto una manifestazione degli operai dell'agro-alimentare con sindaci e sindacati volendo trovare soluzione contro i licenziamenti prima che arrivano i separatisti, non si vede ne berretti rossi, ne bandiera bretone: 

Nottate che la bandiera bretone (spiegata in fine articolo) non si vede, e sul municipio,  primo edificio che si vede, c'è il tricolore francese. Forse occorre dirlo ad Mauro Indelicato.(http://www.ilfarosulmondo.it/wp/esplode-la-rivolta-in-bretagna-tutta-la-regione-in-piazza-e-situazione-fuori-controllo/)



Una misura del regionalismo

i 30 persone in sostegno a Patrig Laurent
Un esempio della saluta del separatismo bretone promosso dai grandi padroni: quando uno attivista mette adesivi in bretone sui panelli di una città, che si fa beccare, che al giorno del processo tutte le organizzazioni separatiste fanno un appello a sostenere questo tipo, cosa vediamo davanti al tribunale ? 30 persone. Ecco un bel esempio delle manipolazione mediatici che trascorrano l'Europa, i vertice delle regioni vogliono creare un sentimento separatista che non esiste per mettere sulla strade dell'Europa dei popoli secondo loro, l'Europa delle nazioni secondo loro, vale a dire l'Europa delle regioni. Allora attenti a certe giornalista che fanno più disinformazione che altro (link sopra).

E qui uno sindacalista che non voleva che il piano di licenziamenti fosse cosi brutto andò con gli ex-operai il 22 ottobre a bloccare un altro sito di GAD che non doveva chiudere e ci bloccarono l'uscita dei camion per farsi almeno sentire dei padroni e dei media. Ma i padroni hanno dato l'ordine ai loro operai di spostare questa gente per potere fare uscire i camion ! Si parla qui di una milizia padronale ! Uno grande esempio dell'unità di cui si prevalgono gli separatisti tra quali i padroni bretoni.

Heurts devant l'abattoir Gad de Josselin par lemondefr

Allora si, tutto è possibile; 
Abbiamo un popolo sommerso dalle tasse e con un lavoro deflatato dai trattati europei.
Abbiamo forze sindacali che devono canalizzare il popolo senza mai dare la colpa a Bruxelles.
Abbiamo vertici regionali che provano a mettere questa rabbia popolare in una lotta separatista.
Abbiamo il governo il più mal-amato dalla storia della quinta Repubblica,

TVgiornale del 2 novembre su Fr2
Allora si, tutto è possibile ma purtroppo poco gente ancora sa che è possibile uscire dall'UE per ricostruirsi un industria e un agricoltura nonostante l'attivismo quotidiano che sarà ancora nelle lotte a venire e le qualche immagine qua o la che iniziano a spuntare anche in TV :

 Gli appuntamenti a venire sono:

Il 23 novembre a Rennes, una manifestazione per il lavoro chiaùata dai sindacati e alla quale i separatisti hanno chiamato a rendersi due giorni prima della data. Il 30 novembre a Carhaix, una manifestazione dei berretti rossi annunciata da Thierry Merret. E il 3 dicembre saranno i camionisti su appello di tutte le organizzazione sindacali dei trasporti CFDT, CGT, FO, e CGE-CGC.


Bandiera bretone


Kroaz du di 1188
ermellino di 1316
Velocemente vediamo un altro aspetto di questo separatismo imposto dai vertici regionali ma senza che esiste questa volontà nel popolo, nello stesso modo, hanno imposto la bandiera che tutti conoscono oggi come bandiera bretone che si ritrova su tutte le targhe delle macchine in Bretagna e chiamata Gwenn Ha Du, allora che la Bretagna possiede altre bandiere come il Kroaz du o l'ermellino.

 
Gwenn ha du di 1923
Questa bandiera fu creata da Morvan Marchal nel 1923 che ha detto lui stesso che era una coppia della bandiera americana. Chi era Morvan Marchal ? Chi era quello che inventò la bandiera che si trova su tutte le targhe delle macchine di Bretagna ? Morvan Marchal era un indipendentista bretone ma non solo. Si può leggere di lui nella Bretagna Federale N° 1 di novembre 1931: "La verità è che i nostri maestri del momento si prendono pezzo dopo pezzo il sentimento di cosa siamo, nello scopo di riempirci di un presunto amore di una presunta patria, già adottata da quelli che ignorano la loro patria madre. Il sangue che ci hanno fatto versare non testimonia di niente, tranne che ci hanno fatto fare strada sbagliata, che abbiamo forse negato una nazionalità effettiva per adottarne una fittizia alla quale il nostro sangue e la nostra razza, sono totalmente stranieri"
 
copertura cambiata il giorno prima dell'arrivo 
di Hitler al potere 29 gennaio 1933
copertura di Breizh Atao negli anni 25-33
Morvan Marchal fecce parte di questa gente che si sono avvicinati delle autorità nazisti. Nelle memorie del capo di questi separatisti bretoni Francez Debauvais scritto nel 1942 si trova questa frase: 
" Non è perché crediamo che la Germania vincerà questa guerra che dal primo giorno della guerra siamo a canto a lei. Nostra scelta non è opportunismo, ma una idea del mondo comune su punti essenziali (...) La situazione è già tutta chiarita, ritornando alla politica di Breizh Atao che era limpida. Questa politica consisteva, dal punto di visto estero, a cercare l'appoggio tedesco. Ci abbiamo lavorato con altri durante più di 20 anni ."
http://www.regionalismes.info/infos/etudes/gwenn_ha_du/

Questa bandiera fu vietata nel 1944, dal General de Gaulle, gli attivisti furono perseguiti come collaborazionisti e Morvan Marchal fu colpito di indegnità nazionale. Non c'è niente da ridere, gli indipendentisti di oggi si prevalgono di due bandiere, il Gwen ha du e quella europea, il popolo ha dimenticato cosa significa questa bandiera, e la strategia europea delle regione continua la sua strada.


Gigi Houille


Peggio del rumore degli stivali...
    ...il silenzio delle pantofole !
                                                       
Max Frisch 





lunedì 18 novembre 2013

L'unione europea e le regioni II

L'unione europea e le regioni II
La corda etnolinguistica

I Dalla corda economica
II La corda etnolinguistica
III I berretti rossi
IV Il referendum d'Alsazia

Mappa dei possibile nuovi Stati nell"unione europea
Abbiamo visto nell'ultimo articolo come si usa la corda economica per spingere le regione ad attivarsi  a favore di Bruxelles per sperare ricevere fondi provenendo inizialmente dei Stati ma pubblicizzati come europei. Possiamo quindi  fermare qui e concludere che ovviamente, c'è una volontà di Bruxelles di promuovere le regioni per destabilizzare gli Stati recalcitranti usando la corda economica. Pero continuammo perché si vede oggi che esistono altre cose  in Europa. L'acqua  sull"fuoco è alla buona temperatura, apparono piccole bollicine in tutta la pentola. Sempre più forte in qualche regioni queste voce separatiste, con mezz'Inghilterra sotto pressione di referendum, con la Catalogna, questi due luoghi essendo i più avanzati nella distruzione dei Stati, ma con tanti altri posti dove separatisti lavorano giorno e notte. E questo separatismo non aumenta perché l'Europa non fa più sognare come dice il giornale collaborazionista Le Monde, ma perché qualcuno ha acceso il fuoco sotto la padella e fornisce il legno regolarmente. A promuove questo ancora qui è l'UE. Come ? In nome delle minorità, l'UE domanda ai paesi di firmare la Carta delle lingue minoritarie. Questa Carta è del 1992, quindi non di ieri, e quello che non si dice è che viene se non fatta al minimo influenzata dalla FUEV oggi FUEN;

Mappa del parlamento europeo
con uno Stato stranamente vincente 
di questi nuovi confini
Per la storia, nel dopo guerra; i regionalisti, per la maggior parte ex nazisti che diventarono filo-americani, si unirono a Parigi per fondare un movimento che doveva pesare coll'obiettivo di arrivare a una federazione di nazionalità sul modello austro-ungherese. Questi  federalisti furono sostenuti dai servizi americani e tedeschi. Il primo motivo era, anche qui, per combattere il comunismo. Allora gli Americani trovarono molto comodo di usare elementi fascisti e nazisti, che avrebbero dovuti essere scartati della vita politica definitivamente, per combattere il comunismo. La FUEV fu creata nel 1949 con uno regionalista di Bretagna, con buona pace di François Mitterand (visto come di estrema destra a quel tempo), che sosteneva il nazismo e trovava il governo di Vichy troppo morbido. Questa FUEV è la rinascita del Nationalitäten Kongresse, più o meno l'ufficio che alimentò le querelle dal 1925 al 1938 rispetto alla lingua, l'etnia e il paese nelle regioni germanofone. Questa logica fini ad incorporare al dispositivo atlantista anche i pangermanisti, partigiani di una Europa etnica sotto dominio germanofono. I servizi segreti nazisti furono quasi interamente integrati nel dispositivo della NATO, e il loro capo il Generale Reinhard Gehlen, fu mantenuto alla testa con doppio tutela di Bonn e Washington.
 Mappa etnologica dell'Europa secondo eurominority
 dove ogni bandiera è uno popolo
Ecco l'Europa dei popoli che ci promettono
L'unione perdé della sua influenza perché troppo dominata dai pangermanisti; ha fatto fuggire etnie celtiche e dei Balcani; Ma negli anni 90 fu riattivata prima dello crollo dell'URSS. Ci fu un incontro tra Kohl e Gorbaciov a fine giugno 1989 a Bonn, dove il cancelliere dice al segretario generale del partito comunista : "L'unità tedesca è come il Reno, non si può fermare". Frase alla quale Gorbaciov non risponde niente. Questo giorno a questo momento, Kohl capi che l'URSS non farebbe niente contro questa riunificazione. Helmut Kohl se inorgoglì allora di rifare la grande Germania. Più tardi provò anche negoziati con la Russia per, su basa linguistica, dare la nazionalità Tedesca agli abitanti della Volga, provò a fare la stessa cosa con la Polonia.
A questo momento, il sogno tedesco metteva in pericolo l'evoluzione dell'unione europea e si doveva spingere anche dello lato della moneta comune prima che la Germania assomiglia di nuovo ad uno reich. Allora tutti i paesi non germanofone più gli Stati Uniti spinsero la Germania ad accettare la moneta comune.
Mappa secondo l'origine della lingua
Poi Kohl, che iniziò a finanziare movimenti  via il BND, non si nascondeva neanche più del risveglio del sogno pan-germanico, fondi ufficiale sovvenzionavano organismi separatisti sia dal ministero dell'interno rispetto alle minorità germanofoni in Europa sia dallo ministero degli esteri per le minorità allofoni con bilancia di più di 140 milioni di DM l'anno.
Con la volontà di imporre questa Europa tedesca, germanofone, fu creato nel 1996 ECMI per appoggiare la FUEN: http://www.ecmi.de/ (notate l'indirizzo mail tedesco e i fondatori).
Da quando conosco questo sito, giù a destra si legge; “Ethnopolitical map of Europe under
construction”. Nei primi giorni pensavo che stavano lavorando per farci una mappa, ma fa tanto tempo adesso, che mi sono convinto che è un messaggio politico che significa che stanno lavorando nel cambiare la mappa dell'Europa rispetto al argomento etnopolitico.

Mappa di situazione delle lingue
Allora questa costruzione tedesca che è le FUEN ha uno compito che non è di proteggere le lingue minoritarie o altri dialetti ma di difendere le lingue di minorità etniche, quindi di fare tagli secondo le etnie al interno dei paesi, in modo che sia sostrato la minorità etnica della sua appartenenza statale vale a dire la distruzione dei Stati Nazioni è la promozione del comunitarismo. Quindi si capisce perché  fanno carte come queste dove si vedono le minorità etniche. Vediamo che riguarda l'Italia sopratutto al nord, parliamo in effetto di minorità etniche al interno di uno Stato e non dei dialetti (la differenza è importantissima vedremmo poi perché).


Ritorniamo alla famosa Carta delle lingue minoritarie, la Spagna fu uno dei buoni allievi in questa matteria. Firmò questa Carta tempo fa nel 1992, con tutti i primi partecipanti, la ratificò nel 2001 anche prima dell'Austria (allora che in Austria ci sono presente molto pressioni in questo senso) avendo cosi in quasi tutti le regioni in Spagna a causa di questa Carta, problemi di identità e quindi di separatismo dopo un po.
L'Italia e la Francia firmarono questa Carta ma non la ratificarono mai. Questi problemi esistono nel Regno unito che fecce anche parte dei primi, rispettando la Carta ha dovuto riconoscere come lingue, il gallese, il scozzese, l'irlandese; e come si porta il Regno Unito oggi ? Si richiede l'indipendenza ovunque. 

Ma il problema non rimane nei confini statali, ma e molto più profondo, si può servire di uno confino che esisteva nel 1650 per richiedere una appartenenza, la catena umana che è stata fatta in Catalogna il 11 settembre passò il confino francese. E in Francia ci si trova, con buon pace dei consiglieri regionali che promuovono questo, gente per chiedere una indipendenza perché lo Stato sarebbe cattivo, centralizzato, giacobino mentre Bruxelles gli vuole bene. Uno dei partiti i più europeisti mette anche carte già cambiate in rete  trovata sul sito di Europa ecologia. Hanno già cambiato 5 provincie. Hanno tagliato il Bearn per farne uscire il Paese Basco, hanno rinomato i Pirenei Orientali in Catalogna, hanno fusionato la Savoia  in una, la Corsica  e anche l'Alsazia. E hanno messo la "Loire -atlantique" in Bretagna. La Corsica aveva fatto un referendum anni fa rapporto a un indipendenza, ma il risultato fu no, e l'Alsazia aveva il suo referendum questa scorsa primavera sul collegio unico, vale a dire cancellare le due "départements"  provincie, per fare solo una regione. Fu il teatro di strani capovolgimenti politici che meritano un articolo intero e quindi sarà il soggetto di uno prossimo articolo.

Per verificare che si decide qui di aiutare le minorità etniche e non le lingue minoritarie, dote un occhi a questo sito dove si possono trovare chi difendere dove; troverete forse strano che l'italiano, il tedesco per esempio possono essere lingue minoritarie.
Finiamo questa parte con una notizia fresca. La Carta delle lingue minoritarie che il senato francese più di dieci anni fa rifiutò di ratificare perché era contro la costituzione, questi ecologiste tranne fare carte false della Francia, anche ripropongono la ratificazione della Carta delle lingue minoritarie in data del 31 ottobre 2013:
http://www.assemblee-nationale.fr/14/propositions/pion1508.asp

Questo articolo è senza fine ne conclusione perché ci sono ancora molte informazioni tanto la politica regionale è usata, promossa, e finanziata da tanti interessi transnazionali. Cercherò nel prossimo articolo a fare qualcosa di chiaro sui i berretti rossi di Bretagna che adesso presi si e no dal separatismo entrano nel soggetto di questa seria.

 Gigi Houille

Altre informazioni sulla politica delle regione qui in francese:






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Max Frisch 






sabato 9 novembre 2013

L'unione europea e le regioni I


L'unione europea e le regioni I
Dalla corda economica

Ho letto poco fa nella sfera italiana un articolo chiedendosi se esisterebbe una volontà al livello europeo di promuovere le regioni per cosi indebolire gli Stati che fanno molto problemi alla commissione, avanzando troppo lentamente per cedere quello che rimane di sovranità finanche rimane uno solo super-Stato europeo. Questo super-Stato europeo è stato voluto già parecchie volte nella storia, volontà nata dell'orgoglio imperiale. Allora questa voglia dell'eurocrazia di promuovere le regione esiste, si o no ?
 
Possiamo notare già che la richiesta dei fondi europei (che non hanno niente di europeo), si fa dalle regione direttamente, si trovano anche kit di ringraziamento per manifestare la sua felicità di avere ricevuto questo fondo (germanico-franco- italiano). Possiamo già trovare scioccando che i parlamentare europei e la commissione, che vivono solo e unicamente dai contributi dei nostri paesi; non ci ringraziano mai allora che li facciamo vivere come re, ma quando loro accettano di renderci un po dei nostri contributi, allora dobbiamo mettere in panelli 3  metri per 4 un gran grazie all'ue per la sua generosità !! Anche le regioni quando finanziano qualcosa, per prima deve esserci la bandiera blu stellata come se fosse il primo o il più importante attore ad investire...
Invito a visitare questi seguenti link:
Qui si spiega un po cosa fare dopo aver ricevuto fondi europei ma sopra tutto che sono OBBLIGHI di pubblicità  o qui. Troverete sicuramente informazione più rivelante di questi link, trovati, devo ammettere in due minuti. La legge europea si trova qui, ma lunghissima; non ho mai preso il tempo di tutto leggere; e quando cambiano una cosa, come al solito i burocrati fanno con la loro nota semplicità (62 pagine di piu). In caso sia troppo complicato qualche informazione si possano chiedere alla commissione europea qui. Ovviamente tutte le risposte saranno "adattate alle necessità locali e regionali"
Quando diciamo che la dittatura europea si mette in piazza con noia e complessità, ne vediamo prove ogni giorni. “bah troppo complicato ! Io lascio fare quelli che è il mestiere”, ecco le reazioni che dobbiamo incontrare ogni giorni e ai quali dobbiamo reagire con calma.
Per me la pagine fatta bene in francese è questa dove si vede bene che il beneficiario è promosso ambasciatore dell'ue e delle sue generosità nella prima pagine e nella seconda gli dicono immediatamente “rispettate i vostri obblighi !”.
Per l'Italia qui alla pagine 11 di questo pdf o p 20 del documento col titolo evocatore: “2.3 Analisi di contesto. Caratteristiche ed esigenze dei beneficiari”  Non me lo sono sognato io, il titolo ... e fosse solo il titolo !
Troviamo in questo documento ben fatto p 28 o p15 del pdf, frase come:  
L'Europa si impegna in regione
“ I contenuti delle azione di comunicazione dovranno inoltre sempre evidenziare il ruolo dell'unione europea e il valore aggiunto delle politiche de coesione promosse al livello comunitario e messe in atto a livello regionale e locale, per lo sviluppo e la diffusione.”
o ancora giusto sotto:
 “Nell’ambito delle attività previste, si provvederà ovviamente ad assolvere tutti gli obblighi di informazione e comunicazione di cui al Regolamento (CE) N. 1828/2006 dell’8 dicembre 2006 (artt. 2-10) ed al Regolamento (CE) N. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 (Art. 69) anche attraverso azioni puntuali, quali: etc ...”
Non mi metto a parlare di tutte le pagine perché questo pdf è un articolo a lui solo, (passate solo velocemente dando un occhio sulle differenti immagine). Quindi tutto qua è fatto per la pubblicità dei fondi europei via la regione.

Allora il primo punto è che si passa dalle regioni per ricevere fondi che poi richiedono pubblicità. In quello non ci sembra niente di brutto, no ? Le belle anime penseranno “si tratta solo di aiuti, è un buona cosa, no ?”
Allora, poniamo la domanda in un altro modo... Cosa sparisce dalla circolazione con questi fondi ? Dove è passato lo Stato ?
Chi non sa come funziona l'ue, cioè una maggioranza, penserà cosi: La regione, che è vicina a noi, ci aiuta per ricevere i fondi europei che sono a Bruxelles. E meno male !! Meno male che esiste l'ue perché lo Stato non fa più niente per noi tranne prenderci le tasse !! Quindi lo Stato paga l'ue che si fa pubblicità tramite le Regioni con questi soldi dello Stato, lui stesso uscendo della circolazione dei fondi quando è da lui l'origine unica di questi fondi !


E questa situazione spiega l'evoluzione di mentalità delle regioni:


Allora va avanti la storia, vedendo la volontà della casta a privilegiare le regione, quelle regione più obbediente, piu convertite, vanno a Bruxelles e prendono un ufficio per potere difendere al meglio i loro interessi, a questo scopo più di 200 regioni hanno istallato un ufficio a Bruxelles dalle anni 1980 ad oggi.
Barroso con i presidenti dei 4 Regioni
Ma questo che funzionava prima adesso non è più sufficiente. Per forza, quando c'erano 10 o 20 regioni si poteva sperare ricevere più finanziamento facendo un bello sorriso ogni tanto, andando al ristorante con europarlamentari, costruendo una sua rete bruxellese.
Ma adesso per avere più “chance” di ricevere fondi, le Regioni funzionano come i lobby della finanza o dell'industria, e fanno alleanza tra di loro per avere una voce più forte. Ecco cosa ha creato l'ue, le regioni funzionano oggi come lobby !


Vasco Errani presidente della regione 
Emilia Romagna con Martin Schulz
Arriva il momento dove risulta vantaggioso di eleggere il miglior venditore di aspirapolvere che un uomo con un piano decennale di ricupero del lavoro. E come è esattamente quello che vuole l'eurocrazia, non è sorprendendo che Barroso viene al l'evento di apertura di un'ufficio lobbistico di quattro regioni riunite (Emilia Romagna, Aquitania (Francia), Hessen (Germania) e Wielkopolska (Polonia)):

E tutto questo perché ? Te lo dicono direttamente sulla pagina della regione Emilia :“L’ufficio si adopera per ottenere finanziamenti europei sempre più importanti in un momento in cui le risorse pubbliche nazionali sono drasticamente calate.” Ovviamente non saranno loro ad imparare ai cittadini che questi finanziamenti europei non hanno niente di europeo.

Oltre i finanziamenti, esistono anche migliaia di progetti europei dove le regioni e provincie sono incitate a partecipare come ad esempio questi o questi; o via il portale dedicato del comitato delle regione.
E più giochi con l'Europa, più ti fai bella e più partecipe a distruggere lo Stato. Perché la regione Emilia-Romagna ha fatto un bimestriale per promuoverel'Europa ? Ha fatto la stessa cosa per promuovere l'Italia che è uno contributore netto dell'ue ? In questo caso la logica è di fare una piattaforma di comunicazione diretta tra gli abitanti della regione e Bruxelles. No ? E la logica è rispettata.

Tramite le regione l'unione europea a scuola:

Dopo l'uso della logica economica (fondi europei), la logica sociale (lavoro e gioventù), ecco qua con buona pace dei governi statali corrotti, (è cosi in tutte le regioni europee, non è per stigmatizzare questa regione specialmente), la logica scolastica rimemorando i famosi irreggimentazioni di gioventù di un altro tempo. 
Leggiamo qui: "il Centro Europe Direct  propone percorsi didattico-formativi sull’Europa e sui diritti umani rivolti agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio regionale." 
in Germania
 si spiega l'UE a scuola
si spiega l'UE a scuola in Francia
ai bambini piccoli











 l'UE è divertente
o ancora "Per l’anno scolastico 2013-2014, il Centro Europe Direct di Bologna proporrà un approfondimento del modulo Crossing Europe dedicato ai giovani che voteranno per la prima volta alle elezioni europee di giugno."
Possiamo essere sicuri che per chi vota per la prima volta, il Centro Europe Direct darà sicuramente chiarimenti molto seriosi e non partigiani
Meglio ancora, incoraggiamo dalla più piccola età ad amare il miracolo con belle attività. Tutto questo è reso possibile dal asservimento delle regioni a Bruxelles; i presidenti di regioni, non meno carrieristi che i membri di governi, avranno più bel posto come presidente di regioni asserviti a Bruxelles che al paese.


Vi incoraggio a fare un test, andate sulle pagine ufficiale delle provincie e delle regioni e guardate se ci sono bandiere europee e bandiera nazionale... poi guardate se esiste un link che spiega i rapporti tra provincie o regione e lo Stato e se esiste un link che spiega questi rapporti con l'ue; il risultato sarà eloquente.

Ci possiamo fermare qui e concludere che ovviamente, c'è una volontà di Bruxelles di promuovere le regioni per destabilizzare gli Stati recalcitranti usando la corda economica, le regioni facendo parte attiva di questa volontà. Ma c'è ancora molto da dire nelle prossime puntate di questa seria sull'Europa e le regioni.


Gigi Houille



Peggio del rumore degli stivali...
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