Crimine
contro la pace e crimine di guerra: il 5 febbraio 2003, all'ONU,
Washington presentava suoi “prove” per bombardare l'Iraq
Il 5 febbraio 2003, 10 anni e 7
mesi fa, il Segretario americano Colin Powell fecce un intervento
lunghissimo e molto atteso “aspettato” davanti al Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite per apportare le “prove” del
possesso di “armi di distruzione massivi” dallo regime di Saddam
Hussein in Iraq.
Per
quasi 80 minuti, spingendo le sue parole con proiezione video,
fotografiche, di piani e do organigrammi, il capo della diplomazia di
George Bush aveva esposto davanti i membri del Consiglio di Sicurezza
e le tribune piene di giornalista di tutto il mondo, le “prove”
dell'esistenza presunta
di armi chimiche e batteriologiche in Iraq. Aveva anche affermato che
il regimo di Saddam Hussein avanzava a grandi passi nella
fabbricazione di armi nucleari. E, “ciliege sulla torta”, che
tratteneva legami stretti con Al Qaeda.
Episodio rimasto celebro tra
tutti negli anali mondiali della disinformazione, Colin Powell aveva
potuto senza vergogna appoggiare le sue parole esibendo un piccolo
tubo di plastica, uscito della sua tasca, che ipoteticamente doveva
contenere antrace (bacillo del carbone) prodotto dal regimo iracheno.
Il capo della diplomazie americana ignorava apparentemente che, se
tale era stato il caso, questo semplice tubo poteva provocare la
morte di migliaia di persone in un raggio di parecchie chilometri
intorno al edificio dell'Hudson River in quale si esprimeva.
Un
“Crimine contro la pace”, nel senso giuridico preciso del termine
Nel corso dei 10 anni e 7 mesi
scorsi dopo questo evento, la storia si è passata con il suo
corteggio di orrori , sofferenze e rivelazione. E la logica di quello
che si è REALMENTE passato appare adesso nella sua ignominia la più
totale.
Già, tre mesi dopo
l'aggressione militare, il governo americano, pressato di domande,
aveva dovuto riconoscere che non aveva trovato la minima traccia di
armi di distruzione di massa (ADM) nel paese che veniva appena di
distruggere a colpi di bombe, notevolmente con uranio impoverito.
Le lingue iniziarono a slegarsi
e si imparò cosi che, appena prima del famoso discorso del 5
febbraio 2003 davanti al Consiglio di Sicurezza, Colin Powell aveva
insistito per leggere il discorso preparato da Lewis Libby, direttore
del gabinetto del vice presidente Richard Cheney. Questo documento
conteneva informazione talmente dubbiose che Sig. Powell si avrebbe
furiosamente arrabbiato, buttato al aria il documento e dichiarato :
“Non leggero questo, è una ca**ata...” Alla fine, il segretario
di stato esigé che George Tenet, direttore della CIA, sia seduto
molto in vista e dietro di lui, il 5 febbraio, per dividere la
responsabilità di quello che fu detto.
In
una intervista al magazine Vanity
Fair pubblicata
il 30 maggio 2003. Sig. Wolfowitz, il N°2 del ministero della
difesa, ha ammesso che c'era stato una menzogna di Stato. Confessò
che la decisione di mettere in avanscena la minacci di ADM per
giustificare una guerra preventiva contro l'Iraq era stata adottata
“per
motivi burocratici”.
“ Ci
siamo messi d'accordo su un punto, dice
Wolfowitz,
le arme di distruzione di massa, perché era l'unico argomento sul
quale tutto il mondo poteva essere d'accordo”.
Il
mondo intero – o almeno la parte del mondo che ha accesso alla
informazione vera- ha avuto allora sotto il naso la prova che il
presidente americano George W. Bush e i suoi collaboratori immediati,
avevano commesso l'una dei più grande bugie di stato che si può
immaginare. Con un cinismo e una crudeltà paragonabile al terzo
reich, avevano mentito continuamente e sfacciatamente,
inventando del tutto un casus belli a fine di aggirare l'ONU e di
radunare qualche complici (Regno Unito, Spagna, Portogallo, …) al
loro progetto di distruzione dello Stato irachene e di “razzie”
delle sue ricchezze.
Questo
piano aveva stato maturamento concertato poiché il primo ministro
britannico “di sinistra” Anthony Blair aveva preceduto George W.
Bush nella via della bugia affermando davanti la Camera dei comuni a
Londra il 24 settembre 2002 che “l'Iraq
possieda armi chimiche e biologiche. (…) I suoi missile possono
essere schierati in 45 minuti”
(Fonte:
Articolo d'Ignacio Ramonet nel Monde diplomatique di luglio 2003
Allora
che un scenario paragonabile è stato rifatto in Libia nel 2011 e che
di nuovo è stato riservato alle opinione occidentale per la Siria
nel 2013, aspettando che ce lo presentano per l'Iran in 2014-2015,
conviene mettere i punti sulle "i".
In
termine di diritto internazionale, le azioni dei dirigenti americani
e britannici nel 2003 portano un nome preciso: sono "crimine
contro la pace" – chiamati anche "crimine di aggressione"
– tale che la definizione ne è stata poggiata nel processo dei
grandi criminali di guerra nazisti a Norimberga in 1945.
Secondo
gli accordi di Londra del 8 agosto 1945, il crimine contro la pace si
definisce in effetto dalla
"direzione, preparazione, intervento o del perseguimento di una
guerra di aggressione, o di una guerra in violazione dei trattati,
assicurazione o accordi internazionali, o la partecipazione a uno
piano concertato o a uno complotto per il raggiungimento di uno dei
atti che precedono"
Chiamiamo
un gatto, un gatto: la campagna lancinante condotta nel 2002-2003 da
Washignton e Londra per convincere il mondo che l'Iraq doveva essere
attaccata perché aveva ADM e questo su false prove presentate
davanti all'onu è esattamente "uno
piano concertato per complotto" destinato
ad assicurare "la
direzione, la preparazione, l'intervento e il perseguimento di una
guerra di aggressione"
Quindi questi "crimini contro la pace" al senso del
diritto internazionale pubblico definito dal tribunale di Norimberga,
e passibile della pena di morte agli occhi del tribunale.
La
qualificazione di guerra di aggressione è inoltre ancora più
giustificata che l'attacco congiunto del esercito americano e dei
suoi vassalli europei fu innescato senza l'autorizzazione del
Consiglio di Sicurezza delle nazione Uniti. Si tratta quindi in
termine giuridici precisi, di una guerra illegale.
Il
“crimine contro la pace” è allora giuridicamente dimostrato. E
aspettiamo che chiunque osa, testi giuridici in mano, sostenere il
contrario. Siamo pronto a dibattere della questione in tutte
emissione di TV o radio.
Il
tribunale di Norimberga ha condannato a morte parecchie alti
dignitari nazisti per avere deliberatamente provocato guerre,
processando con complotti, false prove e guerre d'aggressione.
Fu
per esempio il caso di Hermann Göring, presidente del reichstag, de
Joachim Von Ribbentrop, ministro degli esteri del Reich, e di Erthur
Seyss-Inquart, artigiano dell'Anschluss in 1938, che furono
condannati a morte, notevolmente per “piano concertato o complotto”
e “crimine contro la pace”.
Una
valanga di “crimini di guerra”, al senso giuridico preciso del
termine
Gli
accordi di Londra del 8 agosto 1945, preliminari del processo di
Norimberga, avevano anche definito un altra incriminazione: il
crimine di guerra.
Il
crimine di guerra si definisce cosi: “Assassinio,
maltrattamenti o la deportazione per lavori forzati, o per qualsiasi
altro scopo della popolazione civile nei territori occupati,
l'assassinio o maltrattamento di prigionieri di guerra o di
naufraghi, l'uccisione di ostaggi, il saccheggio di proprietà
pubbliche o private, la distruzione indiscriminata delle città e dei
villaggi, o la devastazione non giustificata da necessità militare”
Pero cosa è successo in Iraq
dopo l'invaso delle truppe al suolo ?
La
guerra di aggressione fatta dagli Stati Uniti d'America e sue
complici dopo i crimine contro la pace giuridicamente costatati, ha
provocato:
- a) l'assassinio di centinaia di migliaia di civile iracheni
Secondo
gli studi molto precisi e seriosi, pubblicati nel 2010 e effettuati
da diversi istituti di ricerca, università, facoltà di medici,
istituti di sondaggi,
la guerra in Iraq avrebbe provocato- tutto insieme- tra 400 000 e 1
033 000 di morti civile.
Per misurare la portata della
carneficina ,
ricordiamo che in Iraq ci sono intorno a 31 milione di abitanti e
che il numero di morte civile (la forchetta media essendo verso 700
a 800 000 morti) è di
un ordine di grandezza paragonabile, in percentuale, al numero di
soldati francesi morti durante la prima guerra mondiale.
(1 315 000 soldati francesi morti per 39 milioni di abitanti)
Forse non si può imputare
questa ecatombe di civile irachene alla sola azione dell'esercito
americano e i suoi cani. Ma oltre che i dirigenti euro-atlantista
sono all'origine della situazione del caos che ha permesso alla
guerra civile di svilupparsi, è certo che migliaia – certamente
decenni di migliaia- di civile iracheni sono stati massacrati dal
esercito americano direttamente.
I
testimonianze abbondano in questo senso e non solo dalla parte delle
popolazione dell'Iraq martirizzati, ma anche di soldati americani.
Rinviamo al libro “kill, kill, kill” di l'ex marine Jim Massey,
che descriva le uccisioni gratuite
operate dai soldati americani, forse anche sotto effetto di
psicotropi.
La
testimonianza che do alla TV francese il 8 ottobre 2005 davanti a
Thierry Ardisson deve a questo merito essere ascoltato e meditato:
https://www.youtube.com/watch?v=cK0SnWzywA4
15
marzo 2006: fotografia di 5 bambini iracheni uccisi da un proiettile
nelle testa da soldati americani, secondo uno cablo segreto diffuso
da wikileaks
fonte :
http://www.mcclatchydc.com/2011/08/31/122789/wikileaks-iraqi-children-in-us.html#.UijuLj_YDms
]
Rinviamo qui, tra altre
atrocità, alle rivelazione che hanno scandalizzato il pianeta al
soggetto dei trattamenti inumani e sgradevole e delle torture operate
dai soldati americani contro i prigionieri di guerra iracheni nella
prigione di Abu Ghraib, a 32 km al nord di Baghdad.
La diffusione nella stampa
del Medio Oriente, le foto degli abusi subiti dai prigionieri
iracheni ad Abu Ghraib ha contribuito a innescare la resistenza
contro l'occupazione Usa.
13
maggio 2009 : Il presidente Barack Obama decide di opporsi alla
pubblicazione di una moltitudine di foto mostrando abusi praticati
dai soldati americani
nelle prigione di Iraq e di Afganistan nel tempo della presidenza
Bush Jr. In diritto internazionale, questi atti sono costitutivi di
crimine di guerra e quello che le nasconde ne è anche responsabile
penalmente.
L'invasione al suolo delle
truppe americane ha provocato un saccheggio generalizzato delle
ricchezze dell'Iraq. Tra gli eventi che hanno colpito di più
l'opinione pubblica mondiale c'è il saccheggio del museo nazionale
di Baghdad perpetrato in aprile 2003, sotto gli occhi e con la
complicità delle truppe americane.
La
struttura conteneva oggetti unici e le più importanti collezioni di
antichità del mondo sulla storia della Mesopotamia, la culla della
civiltà sumera, babilonese e assira. 15.000
pezzi, tra cui molti tesori inestimabili, erano poi scomparse. Il
saccheggio durò per diversi giorni, sotto gli occhi dei giornalisti,
senza che le truppe statunitensi, pur presenti, intervenissero. Cosa
che ha ispirato questa risposta da un cinismo rivoltante al
segretario alla Difesa degli Stati Uniti, al momento, Donald Rumsfeld
: « Queste sono cose che capitano.»
Al volgere del 2010s, sono stati
trovati una serie di oggetti rubati, per caso, negli Stati Uniti o
immesso in occasione di aste nelle più grandi case d'asta del mondo
come Christie's. Ma in settembre 2010 solo 6 000 pezzi sui 15 000
rubati ai musei sono stati recuperati, secondo cifre di reuters.
Fonte : articolo del New York
Times del 8 settembre 2010:
http://www.nytimes.com/2010/09/08/world/middleeast/08iraq.html?_r=2&scp=1&sq=baghdad%20museum%20looting%202003&st=cse
Il New York Times, 8
settembre 2010 sulla restituzione dei pezzi da museo rubati in Iraq e
ritrovati negli Stati Uniti. Solo il 40% degli oggetti preziosi sono
stati restituiti.
Come
precedentemente rispetto al “crimine contro la pace”, chiamiamo
le cose con il loro nome. La guerra illegale di aggressione lanciata
dai dirigenti americani e britannici contro l'Iraq ha provocato
l'assassinio di centinaia di migliaia di civile iracheni, di torture
e trattamenti inumani e degradanti contro i prigionieri di guerra, e
il saccheggio di beni pubblici o privati, e anche, ovviamente,
devastazione innumerevole.
Queste quattro caratteristiche sono esattamente costituente di "crimini di guerra" al senso del diritto internazionale, come definito dall'accordo do Londra del 8 agosto 1945 preliminari al processo di Norimberga e di fronte alla pena di morte, agli occhi della Corte.
Il Tribunale di Norimberga
condannò a morte diversi alti ufficiali nazisti per aver commesso
crimini di guerra, vale a dire, l'uccisione di civili, tortura e
trattamenti inumani o degradanti dei prigionieri di guerra, e il
saccheggio dei paesi conquistati. Fu il caso per esempio di Göring,
Ribbentrop e Seyss-Inquart di cui abbiamo già parlato prima, ma
anche di KEITEL, KALTENBRUNNER, SAUCKEL e FRANK.
Di alto in basso e di
sinistra e destra:
PER
NON ESSERE MINACCIATI DI QUALSIASI POSSIBILI AZIONI PENALI GLI STATI
UNITI RIFIUTANO DI RATIFICARE LA LORO PROPRIA SOTTOMISSIONE ALLA
CORTE PENALE INTERNAZIONALE ....
La
conclusione di questo richiamo storico è evidente: e cioè che la
decisione da parte di Washington, seguito dai suoi vassalli europei,
di intervenire militarmente in Iraq nel 2003, è un'azione che era,
di per sé e il suo impatto sul medio termine come un crimine contro
la pace e crimini di guerra. Il diritto internazionale pubblico è
formale.
Questa
doppia incriminazione dovrebbe logicamente sostenere cause legali
contro l'ex presidente George W. Bush e l'ex primo ministro
britannico Anthony Blair, e le loro principali collaboratori
responsabile delle decisioni prese in quel momento.
Solo
che i leader europei, completamente vassalli degli Stati Uniti,
notevolmente tra Unione Europea interposta, sono ad anni luce
di solo immaginare che si possa sostenere questo ragionamento. Tutto
accade come se i media e le classe dirigente dell'Europa occidentale-
e particolarmente in Francia- avevano ammesso una volta per tutto che
i dirigenti degli Stati Uniti erano per principio intoccabile
giuridicamente, qualsiasi crimini verificati possano commettere.
Del
resto i governi americano successivi, sempre così
pronti a dare lezioni di moralità e di pacifismo in tutti gli altri
stati del mondo, a decidere unilateralmente di procedere a
“bombardamenti umanitari” e a volere trascinare presunti
colpevole di crimini di guerra davanti i tribunali internazionali, si
sono assolutamente astenuti, per loro conto, di rischiare che si
poteva renderli la stessa cosa.
Gli
Stati Uniti hanno in Effetto rifiutati di ratificare il Statuto di
Roma prevedendo la creazione della Corte Penale Internazionale e
firmato il 17 luglio 1998. La quale Corte Penale Internazionale è
una nuova giurisdizione internazionale permanente, precisamente in
carica di giudicare le persone coinvolte nei genocidi, crimini contro
l'umanità, crimini contro la pace (o crimini d'aggressione) o
crimini di guerra.
In
altri termini, gli Stati uniti hanno rifiutati di sottomettersi loro
stesso alla giurisdizione di questa Corte, ufficialmente creata il
primo luglio 2002 quando il statuto di Roma ha ottenuto il numero
minimo di ratificazione requisite, per statuire sui crimini da quel
giorno. Quindi includerebbe la guerra di aggressione in Iraq se
Washignton ratificava il Statuto !
Situazione
delle firme e ratificazione del Statuto della Corte Penale
Internazionale (CPI) in carica di giudicare le persone accusate di
genocidi, crimini contro l'umanità, crimini contro la pace (o
crimini d'aggressione) e crimini di guerra.
- In verde scuro: chi ha firmato e ratificato
- In giallo-arancio: chi ha firmato ma non ratificato o rifiutando di farlo: vediamo tra latri gli Stati Uniti con la Russia, il Sudan o l'Iran.
- In grigio: chi non ha né firmato né ratificato.
Solo gli Stati avendo firmato
e ratificato (in verde scuro) possono essere giuridicamente litiganti
dalla CPI.
Si
può notare che questa vigliacca sottomissione alla forza e
all'intimidazione americana non è unanimemente seguita nel mondo.
Cosi,
il 22 settembre 2011, il panello di 5 giudice del Tribunale sui
crimini di guerra istallato a Kuala Lumpur (capitale della Malesia)
ha annunciato davanti al primo ministro di Malesia e le agenzie di
stampa, che George Bush e Anthony Blair si erano resi colpevole di
crimini di genocidi, crimini di guerra e crimini contro l'umanità
invadendo l'Iraq nel 2003.
(Per
avere precisione su questo Tribunale, che è stato istituito dalla
Malesia come un alternativa alla Corte Penale Internazionale, si può
consultare wikipedia inglese:
22 novembre 2011: il giudice
Francis Boyle esprimendosi in congiunzione con il verdetto del
Tribunale di Kuala Lumpur sui crimini di guerra
Questa
condanna è ovviamente unicamente formale perché la Malesia non ha
la potenza militare, finanziaria o mediatica americana. Ma rimane che
in termine di giustizia e di verità, la Malesia ha portato
testimonianza per la Storia. Un giorno verrà, senza dubbio, dove i
dirigenti americani dovranno rendere conti per i loro crimini.
CONCLUSIONE
: DOVE E' PASSATA LA VOCE DELLA FRANCIA ?
In quest'inizio settembre 2013,
mentre il presidente americano ha annunciato che procederebbe a
attacchi militari sulla Siria soggetti ad approvazione del Congresso,
e qualsiasi sia l'avviso del Consiglio di sicurezza delle Nazione
Uniti, possiamo costatare, con un sentimento tra tristezza e rivolta,
la completa sparizione della voce della Francia come potenza di
giustizia e di equilibrio contro l'egemonia americana.
Ecco
un estratto del giornale della sera del principale canale francese
della TV pubblica del 5 febbraio 2003, 10 anni e 7 mesi fa:
In
questa puntata, impariamo che :
- di un lato, e con tutte le informazione che abbiamo ricevuto questi ultimi 10 anni, rivedere questo dibattito permette di misurare la grandezza delle bugie della disinformazione americana, e l'abiezione del complotto che lanciarono contro un paese sovrano e indipendente. Per distruggerlo, rubarlo e provocarci senza dubbio presso al milione di morti
- di un altro lato, ognuno potrà costatare a che punto la Francia, ancora relativamente indipendente degli Stati Uniti nel 2003, è diventata adesso il satellite N°1 di Washington, dopo il disastroso passaggio di Sarkozy all'Eliseo e con l'attuale presidenza, peggio ancora, di François Hollande. Questo allineamento inoltre è non solo quello dei dirigenti politici, anche quello dei media: 10 anni fa, i media avevano ancora rispetto agli Stati Uniti una distanza critica che ha sparito totalmente oggi.
Finiamo
con parole di Jean-Marc Ayrault, perché lo vediamo apparire il 5
febbraio 2003 a partir del minuto 15'38”. Al epoca era presidente
del gruppo parlamentare della partito socialista all'assemblea
nazionale, Ayrault fa un ritratto senza compiacenza contro le “prove”
americane contro l'Iraq poiché dice davanti alle TV:
“Io
continuo a pensare che se gli americani vogliono a tutti i prezzi
fare la guerra;- ed è ciò che molti pensano-, allora bisogno
realmente che la Francia faccia tutto contro e usa del suo diritto di
veto”
Pero
lo stesso Ayrault, diventato primo ministro francese 10 anni dopo, si
sguazza adesso nella sottomissione e l'allineamento il più completo
sulla volontà di Washington di lanciare una nuova guerra di
aggressione contro la Siria questa volta. Il capo di quello che
rimane come “governo francese” accetta cosi con gli occhi chiusi
le bugie americane che rifiutava chiaramente 10 anni fa !
Tuttavia
le autorità americane non fanno neanche più finta di presentare
“prove” contro la Siria, come l'avevano fatto 10 anni fa. E il
tempo ha mostrato a Ayrault come al mondo, il bilancio terrificante
che produceva una guerra di aggressione. E il primo ministro francese
LO SA !
Questa
video di 10 anni fa è quindi terribile per questo sciagurato
Jean-Marc Ayrault. Porta la testimonianza che ha venduto la sua anima
per un piatto di lenti !!
François
Asselineau
5
settembre 2013
traduzione Gigi Houille
Peggio del rumore degli stivali...
...il silenzio delle pantofole ! Max Frisch
Nessun commento:
Posta un commento