Parte 3 del documento di François Asselineau su Robert Schuman Da Petain alla CIA: il lato oscuro di Robert Schuman . Qui parte 1 e 2 .
Dal dopo guerra alla « sua » dichiarazione.
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- Robert Schuman , quasi privo di tutte le qualità di un uomo di
Stato diventa un politico della Quarta Repubblica, « falso ingenuo »,
« furbo » nella « manovra politicante » e
nell'occultamento di decisioni chiave
Appena
cambiata la sentenza di ineleggibilità per la collaborazione, Robert
Schuman dunque entrò in politica della Quarta Repubblica. È un
candidato alle elezioni del 21 ottobre 1945, e la sua lista ha vinto
quattro seggi su sette in Mosella. Questo è il posto giusto per
evidenziare alcuni punti importanti del personaggio, a partire dei
suoi scarsi doti di statista e parlamentare.
Francois
Roth scrive che Robert Schuman « era privo di qualità brillante, delle
grande viste , dell'audacia senza scrupoli che fanno i personaggi
straordinari » e che la sua vita « non era quella di uno di questi
grandi individui che hanno fatto la storia. » (1) Michel Albert
osserva che era « fisicamente, come una grande sagoma del diavolo
ottuso e arcuato, vecchio prima dell'età, privo di seduzione. Tutte
queste caratteristiche hanno reso un obiettivo primario per
fumettisti, che presentavano questo parlamentare come un prete delle
campagne senza la sottana. »(2)
Tutti
gli osservatori di allora si riscontrano a stigmatizzare, a volte
brutalmente, le sue scarse abilità oratoria e il suo aspetto fisico,
che non si adatta con l'immagine di un grande politico. Secondo E.
Borne, « ci addormentavamo, ascoltando la sua parlata lenta,
applicata, senza agio.» Secondo Jacques Fauvet, « sembrava essere un
oratore che pesa argomenti di lunghezza, come un vecchio farmacista
con i pillole .» (2) Secondo Georges Bidault, Presidente del suo
partito, il MRP, e non gli piaceva, Robert Schuman era un « motore a
gas povero » (3). Aveva « una figura snella e una voce nasale »
(4). Se stesso confermava:. « Non sono un oratore » Alcuni
caricaturavano il suo fascino di « giovane comunicante andato a seme
» altri: « Un uomo che è nato vecchio » Discreto, opaco, faceva
tutto il suo possibile per non essere notato. (2)
Ma
al di là di queste apparenze, Raymond Poidevin, comunque uno dei
suoi ammiratori, evidenzia come Robert Schuman « non mancava di
abilità nel gioco politico » della Quarta Repubblica. Egli
descrisse come « infeltrito, finto-ingenuo », come « avendo
il senso della manovra politicante », come « giocando un
ruolo chiave quasi in tutte le crisi ministeriale con un acuto senso
della combinazione politicante.» (2) Stabilisce che Robert Schuman
sapeva anche « aggirare le domande invadenti dei parlamentari sia in
Commissione che nel dibattito pubblico » e che si sentiva dovere
« informare il Parlamento il più tardi possibile, per non
compromettere i negoziati. »(2)
Si nota che queste descrizioni
tradiscono ciò che c'è di bugiardo ovviamente nell'idea che potesse
essere nominato al governo di Pétain senza il suo consenso e di
rimanere dentro per quasi un mese senza saperlo. Essi mostrano anche
ciò che hanno di ingenui le descrizioni che abbiamo come modello di
onestà e integrità, quest'uomo supremamente subdolo che riuscì di
essere dieci volte ministro sotto la Quarta Repubblica. Le
dissimulazione di Robert Schuman erano estreme, come rivelato senza
volerlo quando Raymond Poitevin dice diventato Ministro degli Affari
Esteri della Repubblica « rimaneva molto discreto nei rapporti con
l'Elysee in determinate occasioni, come quando preparava la'' bomba''
del 9 maggio 1950. Quel caso lo porto a comunicare solo con due dei
suoi colleghi del governo, quando pensava che un ministro deve tenere
regolarmente tutti i suoi colleghi “informati di questioni di sua
competenza” ».(2)
Rieletto nelle elezioni
legislativi del giugno 1946, Schuman è stato chiamato da Georges
Bidault a diventare ministro delle Finanze, incarico che ha mantenuto
fino al novembre del 1947, e poi è diventato presidente del
Consiglio, vale a dire, il primo ministro della Quarta Repubblica.
Nel luglio 1948, il suo ufficio è caduto per una banale questione di
spese militari. Con una capacità di cadere sempre in piedi, Robert
Schuman ancora rimase nel governo, diventando ministro degli esteri,
incarico che ha ricoperto fino al gennaio del 1953 « dunque
nei nove uffici successive, che, data l'instabilità ministeriale
della Quarta Repubblica, era una specie di record », come François
Roth note. Quando arriva al Quai d'Orsay, « nulla annuncia che
Schuman, che ha 59 anni, sarà il futuro padre dell'Europa » (1).
(1)
http://www.europaforum.public.lu/fr/temoignages-reportages/2008/10/roth-schuman/index.html
(2) http://www.robert-schuman.eu/schuman_poidevin.php
(3) http://www.canalacademie.com/ida95-Robert-Schuman.html
(2) http://www.robert-schuman.eu/schuman_poidevin.php
(3) http://www.canalacademie.com/ida95-Robert-Schuman.html
(4)
Presentazione da parte del editore del libro : Robert Schuman:
Statista, un cittadino del Cielo, opera collettiva presentata da
Raffaele Clemente e Edouard Husson, François-Xavier de Guibert, 2006
http://www.amazon.fr/Robert-Schuman-HommedEtat-citoyen/dp/2755400072
9 -
Robert Schuman « non avendo idea personale » si fa dare, poi si
appropria una « Dichiarazione » preparata da Jean Monnet e gli Americani
Nel descrivere la genesi di quello
che sarebbe diventato la famosa « Dichiarazione Schuman » del 9
maggio 1950, François Roth dimostra che non era affatto
Robert Schuman che ha preso l'iniziativa, ma il Segretario di Stato
americano l'abile Dean Acheson (sulla copertina della rivista
americana Time). Nel corso di una riunione informale sul futuro
della Germania che si è tenuta a Washington nel settembre 1949, e
alla quale aveva invitato Ernest Bevin, l'inglese e il francese
Robert Schuman, Dean Acheson ha chiesto Schuman « che ha una vasta
esperienza della Germania, di formulare proposte per la definizione
di un progetto sul futuro della Germania »(1).
Robert Schuman, « rispettoso dell'autorità e l'ordine costituito »,
naturalmente accettò questa missione. Ma quello che era "privo
di fantasia" nella quarantina aveva poche possibilità di
diventarlo a 64 anni: ha ammesso di non avere la minima idea. Era
inoltre ancora più imbarazzato che le relazioni franco-tedesche
peggioravano a causa dello status della Saar e che il 10 maggio 1950
doveva incontrare a Londra il Consiglio Atlantico per discutere della
Germania, dove avrebbe perso la faccia se avesse offerto nulla di
concreto da allora.
E 'stato allora
che ci avvicinavamo di tale data ch'entra in scena Jean Monnet (qui
sulla copertina della rivista Time). Ufficialmente Commissario
Generale al Piano, Monnet era noto dopo la seconda guerra mondiale,
un uomo degli americani. Come se i ruoli con Dean Acheson erano stati
calcolato al millimetro, Jean Monnet ha avuto il buon gusto di
inviare un progetto di dichiarazione tutto pronto per Robert Schuman
e uscito di chissà dove. Dato che era il 1 ° maggio 1950, che
Robert Schuman « non aveva idea personale» e che « il suo
ufficio non aveva niente da proporre » (1), il minimo che possiamo
dire è che questo testo fornito da Jean Monnet è stato tempestivo.
Un vero affare!
Il testo è
stato così legato e il calendario cosi stretto entro il 10 maggio,
che l'unica cosa, o quasi che aveva a fare Robert Schuman, se non
voleva essere ridicolo , era di leggere e di prendersi il merito di
paternità del documento. In effetti, come rivelato da François
Roth, « Schuman assume la responsabilità politica per il testo di
Monnet senza molto contatti con i sui servizi .» (1)
Il fatto che la famosa
« dichiarazione Schuman » ha di Schuman solo il nome di colui che ha
letto il comunicato stupirà senza dubbio i lettori del 2010,
rivolterà o lascerà non credenti. Ma oltre che questa analisi è
coerente con le ricerche condotte da François Roth, è anche del
tutto coerente con la sequenza di eventi, il funzionamento dello
Stato e la semplice logica. Spieghiamo perché.
Il 9 maggio 1950, Robert Schuman,
affiancato dal suo mentore Jean Monnet a destra (vedi foto) lesse la
« sua » Dichiarazione al Salon de l'Horloge al Quai d'Orsay con la
stampa. Poi, a sorpresa, ha lasciato in fretta la stanza, per
rispondere a nessuna domanda. Né giornalisti né ... i propri
colleghi storditi. Eppure era una vera e propria « bomba » e
l'annuncio dal nulla della messa in comune del carbone risorse
strategiche e del acciaio tra la Francia e la Germania, la creazione
di una Alta Autorità comune autonoma dei governi, e la prospettiva
di una federazione europea ha lasciato il pubblico, tra cui circa 200
giornalisti, completamente stordito.
La storia
ufficiale dice di solito che « il lavoro è stato circondato dalla
massima discrezione per evitare le inevitabili obiezioni o
contro-proposte che avrebbero modificato sia il carattere
rivoluzionario e i benefici per effetto di sorpresa »(2). Ma chi
vogliamo prendere in giro? Per chi conosce l'amministrazione
francese, è rigorosamente impossibile - e fortunatamente! - che una
decisione strategica di tale portata potrebbe essere presa in pochi
giorni da un ministro solo dopo che tre persone avevano
scarabocchiato su un tovagliolo, senza che i membri del suo
gabinetto, i diversi servizi competenti dello Quai d'Orsay, ed i
servizi di altri dipartimenti, sono stati pienamente coinvolti, per
molti mesi prima di studiare la fattibilità e le sue conseguenze. In
caso contrario, le « obiezioni inevitabile », piuttosto che
prendere posto prima, sarebbero svolte dopo, e certamente farebbe
affondare un tale progetto.
Era
anche impossibile da una prospettiva tedesca. La storiografia
ufficiale osa sostenere che il Cancelliere è stato informato a Bonn,
la mattina stessa della conferenza stampa tenutasi a Parigi nel
pomeriggio. E che, come il Ubu Re visto all'uscita dal letto, Adenauer
« entusiasta » avrebbe « immediatamente risposto che approvava
pienamente » senza ulteriori spiegazioni o consultazione, questa
bazzecola
di
mettere insieme il carbone e l'acciaio tedesco con quello della
Francia e quindi di costruire una federazione europea nel progresso.
(2). Chi può credere per un momento una tale favola?
Infatti,
se le amministrazione francese, il resto del governo e anche il
presidente della Repubblica non dissero una parola quando hanno
sentito della « Dichiarazione Schuman » solo la mattina stessa, è
che tutti avevano capito che uno grande potere tirava tutti i fili
dell'operazione. Che questo grande potere aveva ovviamente prima
sondato i Tedeschi per ottenere il consenso del Cancelliere, e aveva
guadagnato così tanto peso nel apparecchio di Stato francese che
Robert Schuman sapeva che non era suscettibile di essere dimesso
automaticamente dopo un tale sgarro.
In
breve, questa
dichiarazione non è stata inventata da « Jean Monnet ed i suoi
stretti collaboratori », come ci vuole persuadere, tra altri, la
fiaba pubblicata sul sito dell'Unione europea (2). E 'stato
necessariamente il risultato di istruzioni, meditate a lungo, da
Washington, tra cui Jean Monnet è stato l'agente curante.
(1)
Fonte: Robert
Schuman, « padere dell'Europa » ou santo in giacca ?,
(compte rendu de : François Roth, Robert Schuman, du Lorrain des
frontières au père de l’Europe, Fayard, 2008)
http://www.europaforum.public.lu/fr/temoignages-reportages/2008/10/roth-schuman/index.html
(2)
Brochure Una proposta nuova all'Europa – La dichiarazione
Schuman – 1950 – 2000 di Pascal Fontaine, disponible
in italiano su
http://ec.europa.eu/archives/publications/booklets/eu_documentation/04/txt02_it.htm#I
« Jean
Monnet ed i suoi stretti collaboratori stilarono negli ultimi giorni
di aprile 1950 una nota di poche pagine, che conteneva sia la
motivazione che il dispositivo di una proposta che avrebbe sconvolto
tutte le usanze classiche della diplomazia internazionale. Lungi dal
cedere alle tradizionali consultazioni presso i servizi ministeriali
competenti, Jean Monnet volle che il lavoro si svolgesse nella più
grande segretezza per schivare le inevitabili obiezioni o
controproposte che ne avrebbero alterato e il carattere
rivoluzionario e il beneficio connesso con l'effetto sorpresa.
Affidando il suo documento a Bernard Clappier, capogabinetto di
Robert Schuman, Jean Monnet sapeva che la decisione del ministro
poteva modificare il corso degli avvenimenti. Infatti, quando al
rientro da un fine settimana nella sua Lorena Schuman annunciò ai
suoi collaboratori: « Ho letto il progetto; me ne occupo io »,
l'iniziativa era entrata nel campo della responsabilità politica.
Mentre, nella mattinata del 9 maggio, il ministro francese difendeva
la proposta dinanzi ai suoi colleghi del governo, un emissario
segreto del suo gabinetto la trasmetteva, a Bonn, direttamente al
cancelliere Adenauer, la cui reazione fu immediata ed entusiasta.
Adenauer rispose immediatamente che approvava volentieri la proposta,
di tutto cuore ».
prossima parte : le origine profonde della dichiarazione Schuman
Peggio del rumore degli stivali...
...il silenzio delle pantofole !
Max Frisch
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