lunedì 6 maggio 2013

Chi era Robert Schuman V: Un progetto puo nasconderne un altro

  Questa è la quinta parte del documento Da Petain alla CIA : il lato oscuro di Robert Schuman. Dopo aver visto sua vita fino alla dichiarazione  nelle parte 1 2 e 3, avere visto di dove è uscita la dichiarazione nella quarta parte, adesso è una piccola sintesi per spiegare perché dovevano costruire il mito del genio e come continuano a costruirlo.   


11.Un progetto può nasconderne un altro


Sarebbe sbagliato presentare Robert Schuman come un sempliciotto che si sarebbe fatto dettare una dichiarazione e una politica grande come la creazione della CECA senza comprendere almeno il senso generale e senza condividere una parte del soggetto. Robert Schuman era "rispettoso delle autorità e l'ordine costituito" e "privo di fantasia", è un dato di fatto, ma lui non era uno stupido e la sua storia personale sopportò, probabilmente più di chiunque altro i politici francesi dopo la guerra, per appropriarsi sinceramente un progetto che gli era stato presentato a lui come la « riconciliazione franco-tedesca.»

Lui, che aveva applaudito l'accordo di Monaco del 1938 perché ha visto un modo per fermare i preparativi di una guerra « fratricida » tra Francia e Germania, poteva essere solo sedotto da l'idea di « costruzione europea », certamente provenienti da oltre-atlantica, ma la presentazione era stata fatta a lui abilmente da Monnet. Questa idea è stata anche in perfetta sintonia con il suo impegno cristiano, la sua ammirazione per il filosofo Jacques Maritain, e di più con le linee guide generale del Papa Pio XII, che stava lavorando pubblicamente con i partiti cristiano-democratici europei a costruire una Europa unita contro la minaccia dell'ateismo sovietico.

E dunque l'idea di Dean Acheson, segretario di Stato degli Stati Uniti che aveva chiesto, nel settembre 1949 a Robert Schuman per riflettere sul futuro della Germania, è stata brillantemente sviluppata. Mettendo il loro progetto di « costruzione europea » tra le mani da un uomo del genere, gli americani non apparivano apertamente. Colpo da maestro diplomatico, la « costruzione europea » poteva essere presentata al popolo, con l'aiuto dei media compiacenti, entrambi come progetto di origine francese e per la riconciliazione franco-tedesca ! Un modo intelligentemente ingannatore ma è ancora attuale nei nostri mezzi e nostri partiti politici, come evidenziato, tra i molti esempi, il titolo del libro nel 1999, dedicato all'integrazione europea dal giornalista Alain Duhamel: Una ambizione francese (Plon) ►


Ma, come i treni, un progetto può nasconderne un altro. E non è certo che Robert Schuman abbia visto la strategia degli Stati Uniti nei confronti dell'Europa in tutta la sua astuzia e la sua grandezza. Perché la dichiarazione che porta il suo nome è stato solo uno degli elementi - il primo - della ragnatela in cui Washington aveva previsto di legare gli stati europei, uno dopo l'altro. Schuman forse non ha inteso che il vero piano di Washington con la « costruzione europea » è stato quello di neutralizzare tutti gli Stati d'Europa nel legante, e sempre di più fino all'assurdo, in una Torre di Babele completamente ingestibile a causa dell'antagonismo inconciliabile degli interessi nazionali. Un assemblaggio di auto-bloccaggio dove solo Washington potrebbe essere il « federatore di fuori », come così lucidamente denunciò Charles de Gaulle nella sua conferenza del 15 maggio del 1962, quindici mesi prima della morte di Robert Schuman in un semi-oblio (1). Prova che Charles de Gaulle era un grande statista. E Robert Schuman no.

(1)Estratto della conferenza stampa di Charles DeGaulle al Elysée il 15 maggio 1962:

«  Ci dicono: “fondiamo insieme tutti i 6 Stati in un entità sovranazionale : in modo che sia molto semplice e conveniente.”
Queste sono idee che possono essere in grado di affascinare alcune menti, ma non vedo come si possano realizzare praticamente, anche se abbiamo 6 firme in fondo a una pagina.
E 'vero che in questa Europa “integrata”, come si dice, non ci sarebbe proprio nessuna politica. Questo semplificherebbe notevolmente le cose. In effetti, dal momento che non ci sarebbe ne Francia ne Europa, che non ci sarebbe nessuna politica perché non si potrebbe imporla a ciascuno di sei Stati, ci asteniamo di farne.

Ma poi questo mondo forse andrebbe in seguito di qualcuno al di fuori e LUI avrebbe una politica. Ci potrebbe essere un federatore ma non sarebbe europeo".(De Gaulle mira ovviamente gli Stati Uniti.) "E non sarebbe l'Europa integrata , sarebbe qualcosa di molto più ampio e molto più grande con, lo ripeto di nuovo un federatore. E ' forse questo che, a volte in qualche misure, ispira certe parole a tale o tale partigiano dell'integrazione europea. Ma allora sarebbe meglio dirlo". »
cui in video 

12.La fabbricazione dello mito Robert Schuman

Se non ci fosse Robert Schuman, il progetto americano di sottomissione dell'Europa in un “glacis” geostrategico agli ordini di Washington sarebbe ovviamente stato perseguito. Probabilmente il profilo di franco-tedesco-lussemburghese di Robert Schuman, l'ideale per servire come « padre portatore » della Dichiarazione Acheson-Monnet, sarebbe stato difficile da sostituire. Ma non importa: possiamo essere sicuri che gli americani, assistito da Jean Monnet, avrebbe finalmente trovato un buon politico della Quarta Repubblica pronto a svolgere questo ruolo molto gratificante in termini di storia recente, il « padre della Europa » e «  architetto francese della riconciliazione franco-tedesca.»

Ma Robert Schuman ha esistito. E le conseguenze geopolitiche della cosiddetta Dichiarazione « Schuman », hanno continuato a crescere in importanza dopo l'arresto gaullista temporanea tra il 1964 e il 1969. Dalla presidenza Pompidou, figuriamoci nelle presidenze successive, la costruzione detta « europea » ha continuamente rafforzato la sua presa sulla sovranità della Francia. E più questa mano di ferro in un guanto di velluto blu a stelle d'oro si chiudeva sul nostro paese, è più era importante di dare post mortem a Robert Schuman la dimensione di un essere insolito. C'era bisogno di descrivere l'intera operazione per la generazione più giovane con i colori di un poema epico, nascondendo con cura che è stata, fin dall'inizio, guidata da Washington.


Questo è il motivo per cui vi è stato, dagli anni '70, la produzione progressiva di un mito intorno alla personalità di Robert Schuman. Finito il riformato nel 1908, negato il nascosto di 1915, ignorato l'ammiratore di Franco e Salazar di 1937, dimenticato il « Munichois » "filo accordo di Monaco" del 1938, assolto il disfattista del 12 giugno 1940, gommato il Ministro del maresciallo Pétain del 16 giugno, scomparso il deputato che ha votato i pieni poteri a Vichy il 10 luglio 1940, valutati il nascosto del 1942, svanito l'ineleggibile e indegno del 1945 ! Si è dovuto procedere a uno lifting generale e a una riscrittura da cima a fondo del personaggio per ritrarre un uomo leggendario che è una stupida parodia dell'originale.

Questo uomo complessato, ultra-conservatore, « rispettoso delle autorità e l'ordine costituito », « questa personalità  » « banale » e « privo di fantasia », il « falso ingenuo » con un « forte senso di combinazioni politiche » della Quarta Repubblica così a poco a poco divenne una leggenda di un « uomo illustre » di una « audacia », che « non ha mai cercato né onore né gloria », che « non aveva alcuna ambizione personale, nessun piano carriera ». « Deputato malgrado, poi ministro malgrado, egli aspirava non al potere, ma alla santità. [...] La sua azione politica mi sembrava dominata da un evento, uno solo: la sua famosa dichiarazione del 9 maggio 1950, nota come « Piano Schuman », un vero e proprio colpo di genio che si vede che ha profondamente influenzato la storia europea nella seconda metà del XX secolo ed è stato riconosciuto come il « padre dell'Europa » (1).




Questo diluvio di propaganda ha portato anche alla pubblicazione di opere sempre più edificante, di cui il titolo il più iperbolico è senza dubbio Robert Schuman, Statista, cittadino del Cielo


Il Mito Robert Schuman ha invaso il nostro ambiente, come se fosse vitale di ingrandire a tutti i costi nella coscienza collettiva l'idea di « costruzione europea » della quale gratifichiamo questo « geniale » personnagio. Ci sono innumerevoli vie, viali e piazze Robert Schuman in tutta la Francia, à Nantes, Livry Gargan, Limoges, Arras, Cherbourg,Thionville, Dagneux, Marseille, Clermont-Ferrand, Angers, Le Mans, Saint Grégoire, Dijon, Mulhouse, Soissons, Salon de Provence, La Madeleine, Aix en Provence, Henin Beaumont, Pornic, Ancenis, Epinal, Sartrouville, Lille, Paris, Metz, Mons en Baroeul, Haguenau, Grenoble, Cognac, Douai, Angoulême, Nice, Forbach, Royan, Ennery, Le Havre, Belfort, Querqueville, Mâcon, Toulouse, ecc., ecc., senza parlare delle scuole, licei Robert Schuman, (à Reims, Amilly, Mâcon, Metz, Chateaubriant, Behren les Forbach, Avignon, ecc..).

Per questo uomo che era, a quanto pare, « il più modesto » che c'è (1) questa gloria post mortem, attribuita a una dichiarazione di quale ha solo fatta la lettura, deve essere difficile da sopportare.



(2) Opera collettiva presentata da Raphaël Clément e Edouard Husson, François-Xavier de Guibert, 2006 http://www.amazon.fr/Robert-Schuman-Homme-dEtat-citoyen/dp/2755400072



Peggio del rumore degli stivali...
    ...il silenzio delle pantofole !
                                                                           
Max Frisch 





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