Prima parte di un grande documento di François Asselineau su Robert Schuman intitolato : Da Petain alla CIA: il lato oscuro di Robert Schuman. Questa parte tratta del uomo dalla sua nascita fino al 1939.
documento di
François Asselineau
trovato su www.u-p-r.fr
Versione aggiornata del 2 Febbraio 2011
Tutti i diritti riservati - Data di prima pubblicazione: 9 Mag 2010
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Tutti i diritti riservati - Data di prima pubblicazione: 9 Mag 2010
Introduzione
Robert Schuman |
« E non aveva le qualità brillante, le grande viste ,
l'audacia senza scrupoli che fanno gli personaggi straordinari.
Nel 1939, all'età di 53 anni, niente indica un grande destino.
Nel 1945, dopo 59 anni, niente annunciava il Padre dell'Europa » .
(Robert Schuman, du Lorrain des frontières au père de l’Europe/
Dal Loreno dei confini al
padre dell'Europa,
Fayard, 2008)
L'edizione
di Nizza del quotidiano Metro pubblicato il 19 marzo 2010 ha rivelato
che una « giuria professionale » della « Maratona della
Fotografia» organizzato dal negozio Fnac di Nizza aveva premiato
nella categoria di « politicamente scorretto » [sic] il suo «
colpo di cuore » per l'immagine di una persona che pulisce i glutei
con la bandiera francese (1).
In questa atmosfera abietta dove la correttezza politica è il contrario di degradare tutto ciò che fa la Francia e la sua grandezza, c'è un paio di personaggi della nostra storia che fuggono, miracolosamente, a tale esigenza di umiliazione della nazione francese. Tra i pochi sopravvissuti sono, che sorpresa !, Jean Monnet e Robert Schuman, i cosiddetti « padri dell'Europa ».
In questa atmosfera abietta dove la correttezza politica è il contrario di degradare tutto ciò che fa la Francia e la sua grandezza, c'è un paio di personaggi della nostra storia che fuggono, miracolosamente, a tale esigenza di umiliazione della nazione francese. Tra i pochi sopravvissuti sono, che sorpresa !, Jean Monnet e Robert Schuman, i cosiddetti « padri dell'Europa ».
Niente è troppo bello per presentarli, soprattutto il secondo.
Robert Schuman descritto a lunghezza di libri, siti web e discorsi
ufficiali in termini che si farebbero scoppiare risate se venivano
scritte dalla penna di un giornalista della Corea del Nord per
descrivere Kim Jong Il. Schuman sarebbe stato un « apostolo
laico », un « Gandhi cristiano » con « audacia senza
precedenti », uomo « senza ambizione, di una totale
sincerità e umiltà intellettuale », « il più modesto dei
grandi uomini », « avendo un odio viscerale della falsità » , « aspirando alla santità », ecc. (2).
Questo
documento, progettato in occasione del 60 ° anniversario della
Dichiarazione del 9 maggio 1950, mira a ripristinare la verità
storica su un personaggio che era asservito a tutti i potenti, vile
durante la guerra, traditore alla Repubblica, e, infine, manipolato
dagli americani.
(1)
Cfr. ad esempio:
http://www.ripostelaique.com/Un-individu-se-torche-avec-le.html
(2) Queste formule sono tratte dal omaggio di 39 minuti 21 secondi di Michel Albert, segretario permanente dell'Accademia delle Scienze morali e politiche, a Robert Schuman, nel 2003, la cui registrazione e testo si trovano su http://www.canalacademie.com/ida95-Robert-Schuman.html
Jean-Pierre
Schuman (1837-1900), padre di Robert Schuman, Mosellano nato Francese
a Evrange, paesino loreno, al confine franco-lussemburghese. Era un
proprietario terriero, in parte operatore agricolo e in parte
redditiere. Aveva servito nell'esercito francese sotto Napoleone III
nel 1870. Ma dopo Sedan e l'annessione dell'Alsazia-Lorena al Reich,
non aveva usato del « diritto di scelta » per la sua patria,
la Francia. Ha preferito diventare cittadino tedesco. La madre di
Robert Schuman, Eugénie Duren, è nata in Lussemburghese a
Bettembourg, aveva acquisito la cittadinanza tedesca quando sposò
Jean-Pierre Schuman.
Robert
Schuman, l'unico figlio della coppia, nacque cittadino tedesco, il 29
giugno 1886, in Lussemburgo, dove la famiglia si stabilì. Il giovane
Robert frequento la scuola locale di Clausen , sobborgo di
Lussemburgo dove è nato, prima di continuare i suoi studi presso
l'Ateneo granducale.
Il
giovane Robert Schuman quindi aveva tre patrie, separati da poche
decine di chilometri. Molto attaccato ai suoi genitori, ha molto
sofferto della loro morte, a dieci anni di distanza (1900 e 1911)
prima della guerra del 1914.
Schuman, che ha perso suo padre a 14 anni e sua madre a 25 anni nel
1911, poteva, non avendo più famiglia stretta, stabilirsi in
Francia. Tuttavia, ha deciso di rimanere tedesco e fece la scelta di
studiare legge nelle università tedesche. I suoi studi superiore l'
hanno portato successivamente a frequentare le Università di Bonn,
Monaco, Berlino e, infine, quella di Strasburgo, la capitale dello
Reichsland annessa. In fine si stabilì nel 1912 come avvocato a Metz
(3).
Come ha osservato lo storico Francois Roth, Robert Schuman si è mostrato un soggetto perfetto dell'Impero tedesco, « rispettoso delle autorità e dell'ordine costituito » e non partecipando a nessuno degli eventi dello Souvenir francese (4).
(3) Fonte:
http://fr.wikipedia.org/wiki/Robert_Schuman
, Robert Schuman e l'idea europea di Michel-Pierre Chelini sul sito
della Fondazione Schuman:
http://www.robert-schuman.eu/schuman_chelini.php
; Raymond Poidevin, professore emerito presso l'Università Robert
Schuman - Strasburgo III. Estratto dal suo libro: « Robert Schuman
» di raccolta politiche e cristiani edizioni Beauchesne, 1988,
pagine 9-15, anche sul sito della Fondazione Schuman:
http://www.robertschuman.eu/schuman_poidevin.php
(4) Fonte: Robert Schuman, « padre dell'Europa"» o santo in giacca ? (rapporto di Francois Roth, Robert Schuman, Dal Loreno dei confini al padre dell'Europa, Fayard, 2008) http://www.europaforum.public.lu/fr/temoignages-reportages/2008/10/roth-schuman/index.html
(4) Fonte: Robert Schuman, « padre dell'Europa"» o santo in giacca ? (rapporto di Francois Roth, Robert Schuman, Dal Loreno dei confini al padre dell'Europa, Fayard, 2008) http://www.europaforum.public.lu/fr/temoignages-reportages/2008/10/roth-schuman/index.html
2
- Robert Schuman, un soldato tedesco "nascosto" durante la
prima guerra mondiale, divenne cittadino francese nel 1918 e rivela
una natura opportunistica
Nel
1908, all'età di 22 anni e vivendo da solo con sua madre vedova,
Robert Schuman si fece riformare. Presumibilmente per ragioni di saluta. Questa decisione che non è così insignificante, in quella epoca, e che non perora per il coraggio e lo spirito combattivo del
giovane Schuman gli vale di essere esentato dal lungo servizio
militare tedesco di due anni. Tuttavia, la guerra del 1914 mobilizza
più ampia di quanto il servizio in tempo di pace ed è stato affetto
in uniforme tedesca dal 1915 al 1918 come assistente amministrativo
presso il responsabile della sottoprefettura tedesca (Kreisdirektion) di
Boulay in Mosella (1). Questo lavoro, che non è subalterno dato i
diplomi e il mestiere d'avvocato di Robert Schuman gli è valso di
essere accusato nel 1919 da diversi organismi francofoni loreni per
avere servito come ufficiale nell'esercito tedesco e di essere stato « imboscato » nella sotto-prefettura (2). Se c'era polemica,
è al minimo, che il suo atteggiamento ha suscitato per lo meno discussioni.
In realtà, secondo Francois Roth, Schuman ragionò
fino al 1917 « come se dovesse rimanere tedesco.» Fu non prima del 1918
che si rese al evidenza della vicina sconfitta tedesca e del ritorno
dell'Alsazia-Lorena alla Francia. Quindi, ha completamente invertito
la sua posizione. In una lettera scritta a suo cugino Albert Duren
nel 1920 , Robert Schuman diceva : « la Francia, la conoscevo
molto, molto superficialmente », ma nel 1918, Robert arrivò già alla «
fiducia e l'affetto incondizionato per la famiglia [della Francia]
che lo accoglieva.». Dopo la sconfitta tedesca nel 1918, si
aggiustò immediatamente alla sua nuova patria e finge di servirla
come la precedente (3).
Se non si desidera essere ingiusto, si deve riconoscere che la
situazione della regione Alsazia-Mosella non è stata facile, al
momento e tanti hanno vissuto come un dramma di essere divisi tra due
paesi. Siamo consapevoli che la gente aveva di piegarsi a una
autorità, poi ad un'altra. Rimane il fatto che non tutti hanno agito,
lontano da esso, come il coraggioso Robert Schuman, sempre « rispettoso delle autorità e dell'ordine costituito ». Perché
dopo avere continuamente scelto la Germania e avere servito da
ufficiale tedesco, al riparo di un ufficio fino al 1918, ha
proclamato senza alcun indugio di pudore «
la fiducia e l'affetto
senza riserve » per la Francia quando la sconfitta tedesca era in
vista e ha deciso di andare subito ad entrare in politica.
La personalità di Robert Schuman comincia a prendere forma: questo
è un giovane obbediente, per non dire asservito ai potenti del
momento, accoppiato con un opportunista. In termini banali, Robert
Schuman non solo è visto come una banderuola, ma anche come Tartufo,
avendo la sfacciataggine di dare a suoi cambiamenti di giacca una
dimensione romantica, per non parlare di moralità.
(1)
Cfr. Robert Schuman e l'idea europea di Michel-Pierre Chelini sul
sito della Fondazione Schuman:
http://www.robert-schuman.eu/schuman_chelini.php
, nel suo omaggio del 2003 a Robert Schuman, Michel Albert,
segretario permanente dell'Accademia delle Scienze morali e
politiche, che nega categoricamente che Robert Schuman ha indossato
l'uniforme di ufficiale tedesco ha detto: "Contrariamente a
quanto è stato detto - contrariamente al pregiudizio del comunista
Jacques Duclos trattandolo pubblicamente di "ufficiale boche"
- Robert Schuman non ha mai indossato uniformi tedesche essendo
riformato per motivi di salute, è stato richiesto solo per un
calendario di pochi mesi al sindaco di Thionville ".
http://www.canalacademie.com/ida95-Robert-Schuman.html
. Ma questa virtuosa indignazione, e altrove ingloriosa per il
protagonista se fosse vero, non basata su alcuna fonte.
(2)
Raymond Poidevin, « Robert Schuman »
raccolta di politiche e cristiani edizioni Beauchesne 1988 sul sito
della Fondazione Schuman:
http://www.robert-schuman.eu/schuman_poidevin.php
(3) Fonte: Robert Schuman, « padre dell'Europa » o santo in giacca ?(rapporto di Francois Roth, Robert Schuman, Dal Loreno dei confini al padre dell'Europa, Fayard, 2008) http://www.europaforum.public.lu/fr/temoignagesreportages/2008/10/roth-schuman/index.html
(3) Fonte: Robert Schuman, « padre dell'Europa » o santo in giacca ?(rapporto di Francois Roth, Robert Schuman, Dal Loreno dei confini al padre dell'Europa, Fayard, 2008) http://www.europaforum.public.lu/fr/temoignagesreportages/2008/10/roth-schuman/index.html
3
- Robert Schuman, parlamentare cattolico, ultra-conservatore e privo
di fantasia, è attratto dalle dittature di Dollfuss, Salazar, Franco
e Horthy
Il
ritorno dell'Alsazia-Mosella alla Francia nel 1918 non apporta una
gioia piena nei ambienti cattolici loreni conservatori che includano
Robert Schuman. Temono il ricongiungimento giuridico con la
Repubblica francese vista come anticlericale. Perché in
Alsazia-Mosella diventata tedesca nel 1871 non c'è stato lo
scioglimento degli ordini religiosi (1902-1904) adottato in Francia e
non c'era nemmeno la separazione tra Stato e Chiesa, che è uno dei
fondamenti essenziali della nostra laicità e del nostro patto
repubblicano dal 1905. Ulteriore argomento per quanto riguarda il
portafoglio, il clero della Mosella vive ancora sotto il Concordato del 1801 e dunque gode di sussidi governativi che sono stati
eliminati nel resto della Francia.
Per sfuggire a un simile destino, il cappellano di Robert Schuman nel 1919, scoraggia l'ingresso negli ordini e invece lo spinge a candidarsi alle elezioni, così lui cercherà di salvare il regime Concordato in Alsazia-Mosella. Il cappellano gli ha scritto con queste parole: « Credo di avere qualcosa da fare nel mondo e che i santi di domani saranno santi in giacca » (1).
Per sfuggire a un simile destino, il cappellano di Robert Schuman nel 1919, scoraggia l'ingresso negli ordini e invece lo spinge a candidarsi alle elezioni, così lui cercherà di salvare il regime Concordato in Alsazia-Mosella. Il cappellano gli ha scritto con queste parole: « Credo di avere qualcosa da fare nel mondo e che i santi di domani saranno santi in giacca » (1).
Nel
lungo elogio funebre dedicato, nel 2003, da Michel Albert,
segretario permanente dell'Accademia delle Scienze morali e
politiche, è scritto che a quel punto della sua carriera, «
se Robert Schuman è rassegnato ad impegnarsi in politica per cercare
di applicare la dottrina sociale della Chiesa, non è senza
rammarico. Lui stesso ha detto:'' Come avrei voluto dedicarmi alla mia
occupazione preferita, opere religiose e sociali, e la mia
famiglia''». Famiglia ridotta perché rimase singolo per tutta la
vita. (1)
Questa
rassegnazione è sincera, come sembra pensare il suo agiografia ? O
sarebbe piuttosto la prima manifestazione di questo personaggio
canaglia, tipico di tutti i tartufi della politica che guardano in
alto verso il cielo, giurando che hanno accettato un mandato
elettorale o un portafoglio di ministro solo forzati e costretti per
«
cedere alle pressioni dei loro amici »
? Come vedremo, il seguito della biografia di Robert Schuman permette
secondo noi senza alcuna esitazione di scegliere la seconda
ipotesi. Ma sembra che anche Michel Albert ha un dubbio perché suo
elogio stravagante all'Accademia aveva un titolo (involontariamente?)
beffardo, tratto da una formula di Jacques Fauvet: Robert Schuman, il
contemplativo dieci volte ministro! (1) Con punto esclamativo.
In
ogni caso, Robert Schuman sarà presto felice di non aver scelto di
entrare nel seminario minore. Votato in uno dei quartieri di Metz
alle elezioni legislative alla fine del 1919, colui che «
si era rassegnato »
ad impegnarsi in politica siederà a Palazzo Borbone continuamente
dal 1919 al 1940, prima a l'Unione Repubblicana Lorena, un piccolo
partito regionale associato al blocco nazionale e a Poincaré, poi,
dal 1931, al Partito democratica popolare, uno degli antenati del
MRP. Una specie di record.
Come
notato da Michel-Pierre Chelini, l'attività parlamentare di Schuman
sarà «
modesta »
e «
banale »,
se non che si oppone molto alla parte anticlericale della politica
del Cartel delle sinistre (1924-1926), in conformità con la missione
affidata dal suo cappellano. Come notato da Michel Albert,
Schuman sarà davvero contribuire in modo significativo al
mantenimento delle peculiarità linguistiche, sociali e religiose
della regione Alsazia-Mosella, in particolare il regime di Concordato
(1). Dal 1929 al 1939 è stato membro dello Comitato di Finanze della
Camera dei Deputati, dove si mostra sia scrupoloso, che molto ortodosso
(con un focus costante sul pareggio di bilancio), o anche «
privo di fantasia »
in questo periodo grave crisi (2).
Robert
Schuman ovviamente si rivelerà sfavorevole al Fronte popolare
(1936-1938), ma meno per le misure sociali attuate che per le minacce
sulla proprietà padronale o la struttura del bilancio tra cui i
progetti del governo gli sembrano essere il trasporto. E 'ostile al
Ufficio del Grano, ostile al cambiamento di status della Banca diFrancia, ostile alla svalutazione del franco. Insomma, Robert Schuman
si presenta, come sempre, «
rispettoso delle autorità e
dell'ordine costituito ».
In questo periodo tra le due guerre, Robert Schuman in realtà appare non solo come un parlamentario cattolico ultra-conservatore, ma anche come poco repubblicano.
In questo periodo tra le due guerre, Robert Schuman in realtà appare non solo come un parlamentario cattolico ultra-conservatore, ma anche come poco repubblicano.
Anti-secolare,
Robert Schuman è il «
difensore vigilante dello
status dei dipartimenti accademici recuperati.»
Si mostra anche «
tollerante »
nei confronti con gli autonomisti loreni e alsaziani, che spesso
finiranno in collaborazione con il regime nazista (1).
Mostrandosi anche sensibili alla questione sociale, ma visceralmente anticomunista Robert Schuman non nasconde a che punto è attratto dal corporativismo autoritario cattolico dello cancelliere austriaco Dollfuss (2), dai regimi autoritari ungherese di Horthy (3) e portoghese di Salazar (4), da Franco, che ha sconfitto la Repubblica spagnola e della causa croata (1).
Come Francois Roth ha detto alla fine di questo capitolo, che si conclude nel 1939: « A 53 anni niente annunciava un grande destino ».
Mostrandosi anche sensibili alla questione sociale, ma visceralmente anticomunista Robert Schuman non nasconde a che punto è attratto dal corporativismo autoritario cattolico dello cancelliere austriaco Dollfuss (2), dai regimi autoritari ungherese di Horthy (3) e portoghese di Salazar (4), da Franco, che ha sconfitto la Repubblica spagnola e della causa croata (1).
Come Francois Roth ha detto alla fine di questo capitolo, che si conclude nel 1939: « A 53 anni niente annunciava un grande destino ».
Aggiungiamo
che tutto annunciava invece un uomo pronto ad avere compiacenza per
il regime di Pétain.
(1)
Fonte: Robert
Schuman, "padre dell'Europa" o santo santi in giacca ?
(rapporto di Francois Roth, Robert
Schuman, Dal Loreno dei confini al padre dell'Europa,
Fayard, 2008)
http://www.europaforum.public.lu/fr/temoignages-reportages/2008/10/roth-schuman/index.html
(2) Anche se era antinazi, il cancelliere austriaco Dollfuss (1892-1934) non era il fascista meno autentico. Ha fondato una lega di estrema destra, il Fronte patriottico, e stabilisce una dittatura il 4 marzo 1933, trasformando l'Austria in uno stato autoritario, corporatista e cattolica.
(3) L'ultra-conservatore ungherese ammiraglio Miklós di Horthy (1868-1957) , Regent e ammiraglio senza flotta di un regno senza re, stabilì un regime autoritario nel 1920, che simpatizzava con i regimi fascisti circostanti, ma senza versare in un regime totalmente dittatoriale.
(4) António de Oliveira Salazar (1889-1970) stabilì in Portogallo nel 1933, un « nuovo stato », regime politico nazionalista, vicino all'ideologia fascista di Benito Mussolini, ma tuttavia distinti. Autoritario e non totalitario , il nuovo stato si basa su cattolicesimo e anti-comunismo e non è destinato a sviluppare il potere dello stato nella stessa misura in cui il regime fascista.
prossima parte: Robert Schuman e la seconda guerra mondiale
Peggio del rumore degli stivali...
...il silenzio delle pantofole ! Max Frisch
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