martedì 30 aprile 2013

Disocupazione in zona euro: nuovo record storico !


Nuovo record storico di disoccupazione nella zona euro : 12,1% in marzo 2013

Secondo le cifre ufficiale (quindi abbassati dalla verità) publicati questo 30 marzo 2013 da l'istituto europeo degli statistici Eurostat, la disocupazione a salita in tutta la zona euro, per trovarsi a uno nuovo record assoluto di 19.2 millioni di persone, quindi 12.1% della popolazione attiva della zona.

fonte in francese , si puo trovare in inglese e tedesco sull'altro legame qui sopra.
La disoccupazione che va di record a record in Europa fa il suo 23° mese consecutivo di aumento nella zona euro, con 62 000 disoccupati di più.

 In tutta l'UE, la disoccupazione ha toccata 26.5 milioni di persone, quindi il 10.9 %  e 69 000 disoccupati di più rispetto a febbrai.
 
Uno spettacolare e irresistibile aumento in tutta la zona euro 

 L'aumento della disoccupazione è spettacolare e irresistibile in tutta l'Europa, ma in modo molto più pronunciato nella zona euro. In un anno (marzo 2012-marzo 2013), il tasso di disoccupazione è salito dal 11,0% al 12,1% nella zona euro (vale a dire 1,1 punti), ma dal 10,3% al 10,9% in tutta l'UE (+0,6 punti).

E' sempre in Grecia il tasso più alto, e anche non si ferma di crescere con il 27,2%, secondo gli ultimi dati disponibili da gennaio, contro il 26,4% a dicembre .

Il tasso spagnolo aumenta anche, e si avvicina pericolosamente di quello della Grecia: era al 26,7% a marzo, contro il 26,3% del mese precedente.
 
In Francia, il tasso ufficiale di disoccupazione è salito al 11,0% contro il 10,8% un mese prima, mentre è rimasta stabile in Germania al 5,4%.

Il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 24% nella zona euro nel mese di marzo. Ha raggiunto il 59,1% in Grecia (secondo i dati di gennaio) e il 55,9% in Spagna, ma anche il 38,4% in Italia e 38,3% in Portogallo.

 

 L'abile presentazione di Eurostat copre l'essenziale

 
 Come al solito, Eurostat pubblica le statistiche sulla disoccupazione:
  •      nella zona euro, da una parte (chiamata "EA17" Eurostat)
  •      e nell'UE a 27, dall'altra (chiamata "UE27" Eurostat)
  •      ma si rifiuta di pubblicare le statistiche di disoccupazione nei 10 paesi dell'UE che non sono nel euro (quello che io chiamo "ZHE 10" per riprendere il tipo di terminologia Eurostat)
Ho già condannato a gennaio l'inganno di questa presentazione, che impedisce i lettori, compresi i giornalisti, di avere un confronto diretto tra la situazione economica e sociale tra gli Stati membri dell'UE avendo adottato l'euro e coloro che hanno conservato la loro moneta nazionale. L'analisi di gennaio in francese cui .

Vista la situazione e la polemica infuria sui benefici e inconveniente della moneta comune europea, sarebbe davvero la minima delle cose di pubblicare congiuntamente i risultati aggregati della zona euro e zona non euro.

Per capire questo trucco, semplicemente con l'esempio di decifrare ciò che sta dietro la formulazione dell'ultimo comunicato stampa di Eurostat questo 30 aprile 2013: « Nel mese di marzo 2013, 5,690 milioni di giovani sotto i 25 anni erano disoccupati nell'UE27, di cui 3.599.000 nella zona euro. Rispetto a marzo 2012, il numero dei giovani disoccupati è aumentato di 177 000 nel UE27 e di 184 000 nella zona euro. »



Se ci pensate un attimo, questa presentazione abile significa che il numero di giovani disoccupati è aumentato di 184 000 nella zona euro e ha ... diminuito del 7000 in 10 paesi europei al di fuori della zona euro.

Allo stesso modo, se il tasso di disoccupazione è aumentato nel corso degli ultimi 12 mesi, dal 11,0% al 12,1% nella zona euro, ma solo il 10,3% al 10,9% tra l'Unione europea, ciò significa:

  •    da un lato che il tasso di disoccupazione medio è significativamente più basso nei 10 Stati membri dell'UE non appartenenti all'area dell'euro rispetto a quello che è nei 17 paesi dell'Unione europea che hanno aderito all'euro

  •   in secondo luogo, e necessariamente, che il tasso di disoccupazione è sceso nei 10 paesi dell'Unione europea al di fuori della zona euro.

Conclusione: la schiacciante responsabilità dell'euro

Quest'ultima osservazione si può vedere graficamente nel confronto delle curve di tassi di disoccupazione dal gennaio 2000 al marzo 2013 qui sotto:




 In questo grafico:
- l'evoluzione negli ultimi 12 anni del tasso di disoccupazione nella zona euro è tracciata in blu;
- l'evoluzione negli ultimi 12 anni del tasso di disoccupazione nell'UE27 è tracciata in nero;
- la differenza tra le due curve permette di visualizzare la situazione della disoccupazione, nascosto da Eurostat, nei 10 Stati membri dell'UE fuori della zona euro. (ZH10)


Come si può vedere:
  • questo differenziale ha giocato in favore della zona euro al inizio: il tasso di disoccupazione nella zona euro era inferiore a quello dei paesi dell'UE fuori zona euro, è rappresentato da una freccia verde. Questo differenziale ha raggiunto il vertice per la zona euro a metà del 2001. Si nota che questo è stato quando l'euro era deprezzato notevolmente sul mercato dei cambi, e valeva solo $ 0,85.
  • il differenziale è progressivamente ridotto, poi ha cominciato a invertire nel 2003, sempre in correlazione con l'aumento del valore dell'euro rispetto al dollaro. Si può  notare questa inversione da un cambiamento di colore: la freccia rossa è ora.
  • dal 2005, il differenziale dei tassi di disoccupazione ha solo aumentato, su base continuativa, a scapito della zona euro. L'impennata della disoccupazione nella zona euro dal 2011 non è più dovuta principalmente alla sopravvalutazione dell'euro sui mercati dei cambi, ma a politiche volutamente recessive attuate da tutti i paesi della zona euro, per volontà della BCE, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale, al fine di "salvare l'euro".
        

In altre parole, la revisione precisa e obiettiva delle prestazioni economiche degli ultimi 12 anni dimostra che la responsabilità dell'euro nell'aumento della disoccupazione e l'impoverimento generale del continente europeo non è una supposizione, ma una certezza.

La responsabilità dei dirigenti europeisti che si rifiutano di ammetterlo e di trarre  le conclusioni è travolgente e finirà prima o poi, per pagarsi politicamente.



François Asselineau

30 aprile 2013


fonte

Peggio del rumore degli stivali...
    ...il silenzio delle pantofole !
                                                                           
Max Frisch







 

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