L'avvertimento premonitore
del Generale De Gaulle
Nel suo ultimo libro
« Mémoires d'espoir » pubblicato nel 1970, il Generale De
Gaulle avvertiva gli europei e gli Francesi di una possibile
evoluzione tecnocratica di una costruzione europea fatta contro la
libertà e l'interesso dei popoli.
"Iniziata l'opera del mercato unico, questa porterà
un largo spiegamento di attività, non solo tecniche ma anche
diplomatiche. L'operazione, indipendentemente del suo lato economico,
si trova avvolta di intenzioni politiche caratterizzate che tendono a
togliere alla la Francia la sua sovranità. Pertanto,
mentre la Comunità si costruirà, in diverse occasioni, sarò
portato ad intervenire per scongiurare le minacce alla nostra causa. La prima è l'ambiguità originale
dell'istituzione.
Essa
vuole - è sarebbe già tanto ! - l'armonizzazione degli interessi
concreti dei sei Stati, la loro solidarietà economica vis-a-vis di
fuori e, se possibile, il loro dialogo nell'azione internazionale ?
O
è destinata a raggiungere la piena fusione delle loro economie e le
loro politiche in modo che scompaiono in un'unica entità con il
Governo, il Parlamento, le leggi e che governerà a tutti gli effetti
i suoi soggetti di origine francese, tedesco, italiano, olandese,
belga o lussemburghese, diventati concittadini di un paese
artificiale portato avanti dalle cervelli di tecnocrati ?
È
ovvio che, senza gusto per le chimere, sono d'accordo con la prima
idea.. Ma la seconda porta tutte le speranze e tutte le illusioni
della scuola sovranazionale. Per questi campioni dell'integrazione,
"l'esecutivo" europeo già esiste: è la Commissione della
Comunità economica formata, è vero, da persone designate dai sei
stati, ma che non dipende da loro in alcun senso.
Per
ascoltare il coro di coloro che vogliono che l'Europa sia una
federazione, anche se senza unificatore l'autorità, l'iniziativa, il
controllo, il bilancio, appendici di governo, devono ora appartenere
nell'ordine economico, al quel coro di esperti, tra cui - ciò che
può essere indefinitamente estensivo - in termini di relazioni con
l'estero.
Per
quanto riguarda i ministri "nazionali", i quali non si
possono ancora togliere per l'applicazione, basta solo di convocarli
periodicamente a Bruxelles, dove riceveranno gli istruzioni speciali
della Commissione rispetto al loro ministero.
D'altra
parte, gli stessi creatori di miti vogliono vedere all'Assemblea,
riunita a Strasburgo con deputati e senatori rappresentanti delle
Camere degli Stati membri , un "Parlamento europeo", che
ha, senza dubbio, nessun potere effettivo, ma che dà “all'esecutivo"
di Bruxelles un'apparenza di responsabilità democratica.
(...)
A
che profondità di illusioni o pregiudizi si deve immergersi,
infatti, per credere che le nazioni europee, forgiate nel corso dei
secoli da innumerevoli sforzi e dolori, ognuna con la sua geografia,
storia, lingua, le sue tradizioni, istituzioni, può cessare di
essere se stessi e formarne un unica ?
A
quale viste sommarie soddisfa il confronto, spesso brandito da
ingenuo, tra ciò che l'Europa dovrebbe fare e ciò che hanno fatto
gli Stati Uniti, mentre si sono creati da zero su un nuovo terreno da
ondate successive di coloni sradicati ? Per
i sei, in particolare, come possiamo immaginare che i loro obiettivi
esterni improvvisamente diventano comuni, mentre loro origine,
situazione, e ambizione, sono molto diversi? "
Mémoires d'espoir 1970
traduzione Gigi Houille
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