Distruzione
dell'industria fotovoltaica europea: l'UPR denuncia la responsabilità
dei trattati europei
Fotovoltaico:
Le autorità tedesche hanno rifiutato lunedì, 27 Maggio 2013, il
progetto della Commissione europea per una tassazione media provvisoria dal
47% dei pannelli solari importati dalla Cina. Dal momento
che, secondo la Reuters, 15 Stati membri - la maggioranza - si sono
uniti alla posizione tedesca, mentre solo sei, tra cui la Francia,
continuano a chiedere questa tassa.
Il
progetto della Commissione europea non ha quindi alcuna possibilità
di successo e la distruzione dell'industria fotovoltaica europea
continuerà a velocità accelerata.
Cina
la produzione cinese di pannelli solari, fortemente sovvenzionata e
che beneficiando di già bassi costi di produzione rispetto ai paesi
europei, è venduto a prezzi che i produttori europei non possono
competere. Così, negli ultimi anni, le esportazioni cinesi hanno
preso l'80% del mercato del pannello solare europeo.
Di fronte a una simile situazione, gli Stati Uniti d'America hanno
introdotto dal 20 marzo 2012 - più di un anno prima del progetto
della Commissione europea - tasse contro i pannelli solari cinesi trail 30% e il 250% per preservare l'esistenza di una industria
fotovoltaica nazionale.
Il caso dei pannelli solari cinesi dimostra ancora una volta:
Il caso dei pannelli solari cinesi dimostra ancora una volta:
- che alcuna politica commerciale può soddisfare gli interessi nazionali dei 27 Stati membri, che sono tutte diverse scelte strategiche, e che hanno tutti differenti relazioni con gli altri paesi del mondo. L'articolo 3 del TFUE, che dà tutto il potere all'Unione europea per il commercio, deve essere eliminato;
- che la Francia è isolata all'interno dell'Unione europea. Questo è anche il motivo per cui il nuovo premier cinese Li Keqiang, che stava facendo il suo primo viaggio in Europa, dal 23 al 27 maggio 2013 non è nemmeno passato per Parigi, accontentandosi di visitare la Germania per seppellire il progetto di tassazione europeo, e la Svizzera, per firmare un accordo di libero scambio. È notevole che l'Islanda aveva firmato un accordo analogo con la Cina il 15 aprile del 2013, dimostrando che si può essere un piccolo paese e su un piano di parità con la seconda potenza economica mondiale;
- che l'Unione europea, a causa delle assurde relazioni auto-bloccanti che impone agli Stati membri, lontano da proteggere i popoli d'Europa, distrugge quello che era la loro ricchezza, la prosperità e posti di lavoro, vale a dire l'industria.
Peggio del rumore degli stivali...
...il silenzio delle pantofole !
Max Frisch
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